MENTRE DIMINUISCE LA PRESSIONE FISCALE DI 0,4 PUNTI RISPETTO ALLO STESSO TRIMESTRE DEL 2015 AUMENTA INVECE IL POTERE D’ACQUISTO DELLE FAMIGLIE CONSUMATRICI, RILEVA L’ISTAT

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    Consultando le rilevazioni dei conti del secondo trimestre 2016, l’Istat spiega che ilreddito disponibile delle famiglie consumatrici, rispetto al trimestre precedente, è aumentato dell’1,3%, mentre i consumi sono cresciuti dello 0,2%. Ne consegue che la propensione al risparmio delle famiglie consumatrici è aumentata di 0,9 punti percentuali rispetto al trimestre precedente, salendo al 9,6%. Così come, conseguentemente all’aumento dello 0,1% del deflatore implicito dei consumi delle famiglie, il potere d’acquisto è aumentato dell’1,1%. Per ciò che concerne invece le imprese, la quota di profitto delle società non finanziarie (pari al 41,9%), è aumentata di 0,8 punti percentuali rispetto al trimestre precedente. Rimane invece invariato il tasso di investimento, fermo al 19,2%. Si riduce la pressione fiscale di 0,4 punti rispetto al 2015, registrando un 42,3%. E mentre è aumentato dello 0,7% nei confronti del secondo trimestre del 2015 ilprodotto interno lordo (Pil), espresso in valori concatenati con anno di riferimento 2010 – corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato –resta invece invariato rispetto al trimestre precedente. Questo perché nel 2016 il secondo trimestre ha avuto una giornata lavorativa in più sia del trimestre precedente sia del secondo trimestre del 2015. La variazione acquisita per il 2016 è pari a +0,6%. La stima dei Conti economici trimestrali diffusa il 2 settembre scorso aveva misurato la stessa variazione congiunturale e una variazione tendenziale dello 0,8%. La variazione acquisita per il 2016 era pari a 0,7%