MENTRE IL CNR NON ESCLUDE L’ARRIVO DI UNA SECONDA SCOSSA, IL SISMOLOGO DELL’ING PIERSANTI PREVEDE IN FUTURO TERREMOTI 30 VOLTE PIÙ FORTI. GIULIANI: ‘ERA TUTTO PREVEDIBILE’

    1746245-sismografo.jpg (680×380)

    Da diverse settimane metteva in guardia i cittadini residenti in aree a forte rischio sismico affinché lasciassero per tempo le loro case perché: “Era prevedibile il terremoto di questa mattina, sono giorni che mi rivolgo alla cittadinanza: mi sono arrivate anche 500 telefonate al giorno. Meglio così: abbiamo evitato tanti morti”. Raggiunto dal quotidiano ‘Leggo’, il sismologo Giampaolo Giuliani (che nel 2009, nell’indifferenza generale, aveva preannunciato il terremoto de L’Aquila), ha affermato che ora le prossime 48 ore saranno le più delicate perché (come spiega a monte della sua provata esperienza), non è escluso l’arrivo di un’altra scossa, ipotizzabile addirittura a 7.5 gradi di intensità. Uno scenario agghiacciante, in un Paese come il nostro che conta il 44% del suo territorio a rischio sismico, che trova conferma anche da parte del Cnr: “Purtroppo non siamo in grado di prevedere quando e come tale sequenza sismica andrà a scemare, né possiamo in linea teorica escludere altri terremoti forti come e più di quelli avvenuti fino ad oggi in aree adiacenti a quelle colpite in questi mesi”. E se “è fortemente preoccupante” quanto accaduto, spiegano dall’Istituto di Geologia Ambientale e Geoingegneria, “la propagazione laterale fa sì che si verifichino una serie di terremoti forti ma non fortissimi”. Come spiegano ancora dal Cnr-Igag, ogni qualvolta si sviluppa un terremoto lungo una superficie di faglia, “la zona ipocentrale si scarica (rilassamento) e vengono caricati i volumi adiacenti (lateralmente) alla faglia stessa. Tali volumi, sottoposti ad un nuovo stato di stress, possono cedere (rompersi) e generare terremoti a loro volta. Sono processi di propagazione laterale della sismicità (contagio) relativamente frequenti, già osservati in altre aree sismiche della Terra come per esempio in Turchia, California e Haiti. E questo processo sta coinvolgendo l’Appennino centrale in questi mesi”. Il terremoto, rilevano gli esperti, “si è spostato da Amatrice verso nord, nell’area di Visso e Ussita, e da questi luoghi oggi nuovamente verso sud nell’area di Norcia, dove il terremoto di Amatrice di agosto si era arrestato. Gli intervalli di tempo tra un terremoto forte ed una altro forte adiacente possono essere di anni o decine di anni, ma anche giorni o mesi come sta accadendo oggi in Appennino centrale”. “I terremoti degli ultimi anni hanno portato in sé delle grandi tragedie, con un elevato numero di vittime, ma purtroppo la Terra ci sta dando degli avvertimenti – aveva rimarcato Piersanti all’AdnKronos – perché in Italia avverranno dei terremoti più forti di questo. Abbiamo la certezza che arriveranno a magnitudo 7, che equivale a un fattore + 30 di energia liberata rispetto a una magnitudo 6.0 come quello di Amatrice”. I sismi che sono attesi “saranno, per intensità simili a quello dell’Irpinia nel 1980, al sisma di Messina e Reggio Calabria nel 1908” spiegava ancora Piersanti che, a fronte di queste evenienze, lancia un monito “bisogna essere preparati adeguatamente in termini di qualità dell’edificato”. Tuttavia, e c’è da rabbrividire, in Italia i geologi si aspettano terremoti con energia 30 volte più forte di quello di Amatrice. Non si può sapere quando, né dove di preciso, ma di sicuro avverranno. Questo l’allarme lanciato due mesi – subito dopo il violento terremoto che lo scorso agosto ha distrutto Amatrice – dal sismologo Antonio Piersanti dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia.

    M.