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Menù di Pasqua e dieta mediterranea: nonostante il calo dell’inflazione è  un’alimentazione per ricchi. Folli rincari dei prodotti

Sebbene l’inflazione sia scesa di ben 10 punti, la tanto amata dieta mediterranea è nel frattempo diventata un lusso (segnando un +34% di aumenti), a causa dei forti rincari di prodotti di largo consumo come olio di oliva (+90), riso (+52%), verdure (+42%), e frutta (+40%).

Dunque (spiega un esaustivo report stilato da Gabriel Debach, ItalianMarket analyst di eToro), l’inflazione nelle ultime settimane sta mostrando una significativa discesa, portando così sollievo ai consumatori e, soprattutto, alle famiglie, che hanno subito un notevole indebolimento del loro potere d’acquisto.

Dieta mediterranea, sorprese amare per coloro che adottano uno stile di vita salutare: ormai è un’alimentazione per ricchi

Stando infatti a quanto documentato dalle ultime rilevazioni condotte dall’Istat, spiega ancora Debach, l’inflazione annuale è scesa allo 0,8%, rispetto al picco dell’11,8% registrato nell’ottobre 2022. In particolare, l’inflazione alimentare è ora al +3,9%, dopo essere stata superiore al 13% nell’ottobre scorso. E dietro questi incoraggianti numeri si nascondono però sorprese amare, soprattutto per coloro che adottano uno stile di vita salutare. Il nostro indice relativo alla dieta mediterranea, un paniere equilibrato che include alimenti come pane, riso, cereali, pasta, frutta, verdure, olio d’oliva, latticini, pesce fresco, frutta secca, pollame, uova, vino e acqua minerale, mostra nuovi massimi.

Dieta mediterranea, con un +46,2% a febbraio 2024, è il prezzo dell’olio d’oliva ad emergere come il bene con la variazione percentuale tendenziale più alta

Dunque, e chi fa la spesa in prossimità delle tavolate pasquali se ne sta rendendo conto, mangiare secondo tale stile sta costando di più a causa dell’inflazione alimentare, ma è persino aumentata più velocemente quando comparato ai prezzi del ristorante e del junk food o cibo spazzatura. Come spiega ancora ItalianMarket analyst di eToro, ad incidere maggiormente l’evoluzione degli ultimi 8 anni dei prezzi del  riso (+52%), delle verdure (+42%) e frutta (+40%) ma, soprattutto, dell’olio di oliva +90%. Ed è proprio il prezzo dell’olio d’oliva ad emergere come il bene con la variazione percentuale tendenziale più alta tra i beni monitorati dall’Istat, registrando un aumento del +46,2% a febbraio 2024

Dieta mediterranea, l’aumento dei prezzi ha registrato un incremento del +34% a gennaio 2024, l’adozione di un’alimentazione salutare comporta un costo

Insomma, complessivamente, l’aumento dei prezzi ha determinato una crescita significativa dell’indice della Dieta Mediterranea, che ha registrato un incremento del +34% a gennaio 2024. Questo valore si confronta con un aumento del +20% dell’inflazione generale, del +30% dell’inflazione alimentare e, in particolare, del +19% dei fast food. Ciò che risulta particolarmente rilevante è il divario sempre più ampio e su massimi tra il costo del paniere della dieta mediterranea e l’inflazione, che ha raggiunto un picco del +13,8%. Anche il divario con l’inflazione alimentare si è ampliato, registrando un +3,51%. Questo fenomeno evidenzia in modo sempre più chiaro che l’adozione di un’alimentazione salutare comporta un costo.

Dieta mediterranea, se in passato ad incidere erano i rincari del gas, degli effetti della guerra in Ucraina e dei cambiamenti climatici, ad oggi  sarebbe il Nino il nuovo colpevole

Così oggi, la dieta mediterranea, dichiarata patrimonio immateriale dell’umanità dall’UNESCO nel 2010, e ritenuta da molti nutrizionisti come standard alimentare, viene pertanto ad essere messa in pericolo dagli aumenti vertiginosi dei prezzi. Ma cosa c’è alla base di questa improvvisa  ed inarrestabile tendenza al rincaro dei prodotti alimentari?

Beh, se in passato ad incidere erano i rincari del gas, degli effetti della guerra in Ucraina e dei cambiamenti climatici, ad oggi  sarebbe il Nino il nuovo colpevole. Infatti, un elemento significativo è stato il clima eccezionale. Il 2023 ha segnato l’anno più caldo mai registrato a livello mondiale e il 2024 sta seguendo questo percorso. Il Servizio Copernicus sui Cambiamenti Climatici (C3S) ha confermato che il 2023 è stato l’anno solare più caldo nei dati di temperatura globale disponibili, risalenti al 1850. La temperatura media globale è stata di 14,98°C, superando di 0,17°C il precedente record del 2016. Le condizioni climatiche legate a El Niño hanno amplificato l’attenzione, rappresentando un rapido riscaldamento dell’Oceano Pacifico dopo tre anni consecutivi di perturbazioni climatiche opposte legate a La Niña.

Ed in tal contesto, a soffrire maggiormente questa evoluzione il prezzo del “nuovo oro giallo”, ossia l’olio d’oliva. I dati provenienti dal Fondo Monetario Internazionale indicano che il prezzo dell’olio di oliva ha raggiunto livelli record. Questo aumento vertiginoso ha avuto inizio nel 2022 e nel corso del tempo ha continuato ad intensificarsi. Cos’, in Italia, i prezzi dell’olio di oliva extravergine hanno superato i 9,5 € al chilogrammo all’origine, registrando un aumento del 57,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Dieta mediterranea, chi si sta organizzando per approntare un invitante – ed al tempo stesso ‘sano’ – menù pasquale, dovrà misurarsi con i pesanti rincari dei prodotti di largo consumo

Insomma, come dicevamo, quando manca ormai pochissimo al countdown con l’attesa ‘tavolata pasquale’, oltre all’esagerato aumento dell’olio d’oliva (+73%), chi in questi giorni si sta organizzando per approntare un invitante – ed al tempo stesso ‘sano’ – menù, dovrà misurarsi con gli altrettanti pesanti rincari dei prodotti di largo consumo, come il riso (+47%), la pasta (+33%), ed i vegetali (+31%).

‘Arrotondamenti’ che hanno finito per superare persino l’incremento medio del costo complessivo del paniere (+28%). Tuttavia, conclude infine questo interessante report stilato da Gabriel Debach (ItalianMarket analyst di eToro), a mitigare tali aumenti, hanno contribuito i più modesti rincari nel prezzo del vino da tavola (+7%), della frutta secca (+8%) e del pesce (+16%).

Max