Messico, un altro giornalista ucciso dai narcos

    Un altro giornalista è stato ucciso, vittima dei cartelli della malavita in Messico. Il giovane collega Francisco Romero, impiegato con il settimanale Playa news è diventato il sesto giornalista ucciso in cinque mesi, dall’inizio dell’anno. Sul marciapiede in prossimità della sua moto, è stato ritrovato il suo cadavere, sfigurato da torture e colpi di proiettile, di fronte al bar La Gota, tutto ciò in una nota località turistica come Playa del Carmen.

    Messico, Romero era sotto programma protezione

    Francisco era un professionista noto per la sua attività di continua ricerca della notizia. Da poco aveva scelto di lasciare il giornale e di continuare a lavorare in collaborazione. Ultimamente aveva ricevuto minacce via cellulare e email, cosa che aveva denunciato alla polizia e alla magistratura. Era quindi entrato nel Programma speciale di protezione, istituito dal governo federale, per proteggere i giornalisti dalla minaccia dei narcos e anche dei potenti corrotti o compiacenti.

    aggiornamento 14,56

    Prima di Romero, un altro giornalista sotto protezione ha avuto lo stesso triste destino: si tratta del radiocronista Rafael Murúa, ammazzato a gennaio nella Bassa California sud, era stato il primo. “Le coperture non bastano a garantire la protezione dei giornalisti. Confidiamo in una politica contundente e integrata da parte del governo Obrador”, afferma Jan-Albert Hootsen, rappresentante del Comitato per la Protezione dei giornalisti in Messico (CPJ).

     
    aggiornamento 17.34
    La carriera di Francisco Romero era iniziata cinque anni fa come fotografo. In seguito l’interesse per il crimine organizzato, e i tanti articoli sotto il titolo “Nota rossa”, rubrica diventata celebre in Messico per trattare temi legati appunto alla criminalità. Playa del Carmen è fiaccata da anni dalla violenza delle bande, e la testata Playa news ne seguiva le vicende con continuità: ecco perché era diventata un obiettivo per i criminali, con il fondatore, Rubén Pat, ucciso nel luglio scorso, dopo un solo mese dalla morte di un altro collaboratore, José Chan Dzib, alla vigilia delle elezioni presidenziali. Dopo quell’omicidio Romero fu così scosso da allontanarsi da Playa del Carmen, ma poco dopo era tornato al lavoro, così come erano tornate anche le minacce.
     
    Romero, l’utimo giornalista assassinato in Messico, non aveva scorta. Da parte del governo, soltanto un segnalatore da attivare in caso di pericolo: alla luce de risvolti un po’ troppo poco per far fronte alle minacced i morte.
     
    aggiornamento 19.04