Un altro giornalista è stato ucciso, vittima dei cartelli della malavita in Messico. Il giovane collega Francisco Romero, impiegato con il settimanale Playa news è diventato il sesto giornalista ucciso in cinque mesi, dallinizio dellanno. Sul marciapiede in prossimità della sua moto, è stato ritrovato il suo cadavere, sfigurato da torture e colpi di proiettile, di fronte al bar La Gota, tutto ciò in una nota località turistica come Playa del Carmen.
Messico, Romero era sotto programma protezione
Francisco era un professionista noto per la sua attività di continua ricerca della notizia. Da poco aveva scelto di lasciare il giornale e di continuare a lavorare in collaborazione. Ultimamente aveva ricevuto minacce via cellulare e email, cosa che aveva denunciato alla polizia e alla magistratura. Era quindi entrato nel Programma speciale di protezione, istituito dal governo federale, per proteggere i giornalisti dalla minaccia dei narcos e anche dei potenti corrotti o compiacenti.
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Prima di Romero, un altro giornalista sotto protezione ha avuto lo stesso triste destino: si tratta del radiocronista Rafael Murúa, ammazzato a gennaio nella Bassa California sud, era stato il primo. Le coperture non bastano a garantire la protezione dei giornalisti. Confidiamo in una politica contundente e integrata da parte del governo Obrador, afferma Jan-Albert Hootsen, rappresentante del Comitato per la Protezione dei giornalisti in Messico (CPJ).
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