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Metano choc: da 090 a 2 euro al Kg, auto e tir in ginocchio. Questo governo ‘ambientalista’ da che parte sta?

La beffa anzi, la ’boutade’ del nostro governo, è rappresentata dalla più volte promessa intenzione di prestare il massimo impegno affinché vengano in ogni modo rispettate le politiche ambientali, così da combattere con altrettanta efficacia le avverse conseguenze dell’irrefrenabile e minaccioso riscaldamento globale.

In particolare il nostro premier, intervenendo al recente ‘pre-Coop 26’ di Milano, davanti ai ‘giovani’ guidati dalla vulcanica Greta – anche in qualità di presidente del G20 – ha solennemente promesso che l’Italia  lavorerà alacremente per rilanciare una politica ambientale ed energetica non inquinante.

Caro Metano: guardando solo ad accordi e soldi, ormai è deciso: entro il 2035 circolerà soltanto l’elettrico

Nel frattempo i colossi dell’industria automobilistica ‘fanno cartello’ e, all’ombra della causa ambientalista, si stanno già dando un gran da fare per il ‘D-day’ del 2035 quando, sulle strade, potranno circolare soltanto le auto elettriche. Molto probabilmente per quell’appuntamento, la situazione – auspichiamo – sarà sicuramente migliorata ma, attenendoci alla situazione reale rispetto all’auto elettrica, c’è soltanto da ‘rabbrividire’.

Prezzi di mercato a parte, va sottolineato che quella elettrica non è una fonte energetica naturale, come quelle fossili, ma la conseguenza di diverse fonti (acqua e vento a parte), a loro volta inquinanti – e ‘pericolose’ – come quella nucleare o ‘chimica’.

Caro Metano: dietro le batterie elettriche c’è l’indegno sfruttamento dei giacimenti ‘cinese-africani’

Nello specifico delle ‘potenti batterie’ chiamate ad alimentare per almeno 200 chilometri un’auto, occorrono infatti sia il litio che il cobalto. Qui torniamo indietro di 500 anni perché, forse molti non sanno che tali ‘componenti’ minerarie vengono importate dall’Africa dove, in condizioni a dir poco schiaviste, anche i bambini, passano ore a scavare sotto terra rischiando quotidianamente la vita. Miniere allucinanti, in un territorio in gran parte finito sotto il ‘dominio economico’ cinese. Questo sta a significare che, ‘se’, nel 2035 saranno ancora il litio ed i cobalto i principali componenti delle batterie, assisteremo, nel mercato dell’auto, all’ennesima ‘offensiva’ cinese, a svantaggio della nostra sempre più misera produzione interna, legata all’industria automobilistica.

Infine, particolare non da poco, ancora oggi la stessa Ue non ha ancora affrontato il problema maggiore: come e dove smaltire le batterie esaurite?

Caro Metano: eppure le auto a Gpl e quelle a Metano possono circolare anche nelle ‘domeniche verdi’

E pensare che, attualmente, le auto ‘hanno già una valida ed efficace alternativa veramente green’: il Gpl ed il Metano.

Due soluzioni tutto sommato molto più economiche e vantaggiose, in quanto energie fossili naturali, e reperibili facilmente. Guarda caso, nel corso delle famose ‘domeniche ecologiche’ nelle nostre città, se anche le auto di ultima generazione (oltre il 6), sia diesel che benzina non possono circolare, quelle alimentate a gpl o a gas non hanno invece nessun impedimento legato a vincoli inquinanti!

Caro Metano: possibile che il nostro governo stia ‘aiutando’ l’industria delle auto elettriche?

Ebbene in tutto ciò, mentre paesi molto più ‘intelligenti’ di noi, come la Germania, continuano a progettare nuovi mezzi a gpl e metano, da noi ci si ‘impegna’ per scoraggiare tale scelta.

Con questo vogliamo rifiutarci anche soltanto di pensare che il ‘nostro governo’ possa ‘strizzare’ l’occhio all’industria automobilistica, incentivando l’acquisto (per altro a prezzi folli rispetto alla resa ed alla praticità delle ricariche), delle auto elettriche.

Caro Metano, la misura del folle raddoppio: da 090 al Kg si è arrivati a addirittura a 2 euro

Così, guarda caso, in questi ultimi giorni si è verificato un fatto a dir poco ‘scandaloso’: presso i distributori del Paese il prezzo del metano è addirittura raddoppiato. Parliamo non di ‘ritocchi’, ma esattamente del doppio: in alcuni casi il costo del Kg è passato da 0.90 a 2 euro. 

Caro Metano: un ‘carburante’ largamente usato nel settore dei trasporti e che ne condiziona i costi

Un dato scandaloso ed al tempo stesso allarmante, perché – per ovvi motivi – l’uso del metano non è soltanto ad appannaggio degli automobilisti ma, molto di più – diesel a parte – dei camionisti in primis, parliamo infatti di uno dei carburanti più comuni nel settore dei trasporti.

Dunque raddoppiare una simile fonte energetica rischia di creare problemi ad una filiera – come quella dei traporti – che, inevitabilmente, finirà per riflettersi anche a discapito di altri settori. Pensano ad esempio alla totalità delle merci alimentari (e non) della grande distribuzione, legate al trasporto su ruote. Ecco perché, puntualmente, quando i carburanti aumentano di 3 centesimi, automaticamente il rincaro si riflette sul trasporto, fino al singolo pacco di spaghetti che acquistiamo sugli scaffali del supermercato. 

Caro Metano: Federmetano promette di lavorare affinché sulla rete si torni a prezzi ‘ragionevoli’

Dal canto suo Federmatano punta l’indice contro il boom dei motori a metano in tutto il pianeta, che dal 2000 ad oggi, grazie alle liberalizzazioni, dopo aver subito la crisi delle risorse, oggi paga lo scotto della materia prima a causa della fortissima richiesta da parte della crescete economia asiatica che, in piena espansione, non lesina nell’acquisto. Insomma, come dire: il metano paga le conseguenze della cosiddetta ‘globalizzazione’.

Tuttavia, hanno promesso tutte le associazioni di categoria legate alla distribuzione di metano in Italia, che si adopereranno per cercare di riportare una politica dei prezzi ‘ragionevole’ negli attuali, circa 1.200 impianti di distribuzione.

Caro Metano: proprio ora che stanno nascendo gli innovativi impianti di self service

Che poi questa assurda novità del raddoppio, coincide con un’opportunità storica, come quella dell’avvio dei primi impianti self service di metano. Come conferma e spiega infatti il progettista Marco Rinaldi, “Dal punto di vista normativo abbiamo tutti gli strumenti che ci consentono di pensare a una futura rete di distributori a metano che operino anche in modalità self. Dal punto di vista tecnico non ci sono particolari problemi. I nuovi distributori potranno essere già costruiti per lavorare in modalità self, ma ci sono anche possibilità di innovare tutta l’impiantistica esistente”. Quindi, rimarca il progettista, “questa è un’opportunità da non perdere sia nell’interesse degli utenti, che potranno avere un servizio paragonabile a quello dei combustibili liquidi, ma anche per proprietà e gestori perché potranno guidare l’azienda verso una transizione che punta all’automatizzazione del processo trovando magari anche economie nella gestione“.

Una soluzione dunque che, alla pompa, aprirebbe addirittura a costi ancora meno cari e più competitivi. 

Caro Metano, sui social monta la rabbia dei consumatori: i trasportatori pensano ad uno sciopero

Intanto continua a montare la rabbia dei consumatori, che sui social hanno già creato specifiche pagine dedicate al vergognoso aumento. Ed anche quanti impegnati nel settore dei trasporti (consideriamo gli altissimi costi di un tir o di una motrice), iniziano già ‘ad alzare la testa’ e, più di qualcuno ha lanciato l’idea di attuare uno sciopero od un blocco dei trasporti. Parliamo di iniziative ‘serie’, non di un sit-in in mezzo alla strada: come dicevamo, fermare, anche se solo per un giorno, il trasporto commerciale, significa perdite vertiginose di soldi…

Max