MIGRANTI: DUECENTO PROFUGHI IN CAMMINO DA BUDAPEST A VIENNA. PENTAGONO: ’DURERÀ 20 ANNI CRISI’

     

     

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    Circa 200 rifugiati, fra cui donne e bambini, sono partiti a piedi dalla stazione di Budapest con lo scopo di raggiungere Vienna (a 240 chilometri di distanza). Il gruppo ha attraversato il Danubio e si dirige verso l’autostrada Budapest-Vienna. La polizia accompagna il gruppo fermando il traffico al suo passaggio. Spray urticanti contro donne e bambini alla frontiera tra Ungheria e Serbia. E’ la denuncia del New York Times, che documenta tutto attraverso un video. L’episodio è accaduto nella notte del 30 agosto quando un gruppo di profughi siriani è stato respinto dagli agenti di Budapest mentre supplicava l’ingresso in Ungheria. Una donna racconta: “Un agente mi ha fatto segno di venire avanti e poi ha spruzzato lo spray contro di me e il mio bambino”. Le immagini mostrano i bimbi che piangono con gli occhi e il volto rossi. In una lettera alle autorità europee diffusa oggi da Le Monde, di Francoise Hollande e Angela Merkel chiedono la creazione immediata di “hot spot”- centri per migranti e richiedenti asilo – che dovranno essere “pienamente operativi al massimo entro la fine dell’anno”. La creazione dei centri di accoglienza per migranti, richiesti con urgenza dal presidente francese e dalla cancelliera tedesca dovrà essere “accelerata in Italia e in Grecia”, scrivono nella lettera i due leader. Hollande e Merkel si dicono “determinati a difendere Schengen”, il trattato che “garantisce la libera circolazione” in seno all’Ue e “permette agli stati membri di meglio far fronte alle sfide che si trovano davanti”. L’Alto commissario Onu per i rifugiati Antonio Guterres ha esortato oggi l’Ue a mettere in atto un “programma di ricollocazione di massa” con la partecipazione obbligatoria di tutti gli Stati membri per un numero stimato di circa 200mila rifugiati. Prosegue, per il secondo giorno consecutivo, l’impasse tra la polizia ungherese e circa 500 rifugiati che si trovano a bordo di un treno bloccato a Bicske, una città a nordovest di Budapest che ospita uno dei cinque centri del Paese per i richiedenti di asilo. La stragrande maggioranza di loro si rifiuta di andare nel centro, dove le autorità chiedono che vengano registrati. Solo 16 hanno acconsentito volontariamente ieri ad essere registrati, mentre gli altri – che per la maggior parte puntano ad arrivare in Germania – non vogliono chiedere asilo in un Paese economicamente depresso. La polizia ha offerto ai rifugiati acqua, frutta e dolci ma loro hanno rifiutato, gridando “No cibo, no cibo” in segno di protesta. Nel Paese, intanto, nelle ultime 24 ore sono arrivati 3.313 migranti e profughi, segnando un nuovo record per flusso migratorio in una sola giornata. Si tratta di circa mille arrivi in più rispetto alle 24 ore precedenti. La provenienza per lo più da Siria, Afghanistan, Pakistan. Questa mattina l’Alto commissario Onu per i rifugiati Antonio Guterres ha esortato l’Ue a mettere in atto un “programma di ricollocazione di massa” con la partecipazione obbligatoria di tutti gli Stati membri per un numero stimato di circa 200mila rifugiati. “L’Europa sta affrontando il più grande afflusso di rifugiati degli ultimi decenni” e servono “misure urgenti e coraggiose”, ha detto Guterres in una dichiarazione da Ginevra. L’esodo di migranti e rifugiati dalla Siria e dal Nordafrica verso l’Europa e’ “una emergenza enorme, una crisi reale”, afferma uno dei massimi vertici del Pentagono, il generale Martin Dempsey, capo di stato maggiore delle forze armate Usa. In una intervista esclusiva alla Abc, Dempesy si e’ quindi detto “preoccupato” e ha sottolineato la necessita’ per tutti di agire “sia unilateralmente che con gli alleati”, considerando cio’ che sta avvenendo “come un problema generazionale” e mettendo sul piatto adeguate risorse che permettano di affrontare la crisi per almeno 20 anni. A proposito della drammatica fotografia del bimbo siriano di tre anni morto su una spiaggia della Turchia, Dempesy ha auspicato che quella immagine “abbia un simile effetto a quella del 1995 del mortale attacco con i mortai alla piazza del mercato di Sarajevo, che spinse verso l’intervento della Nato in Bosnia”, cioe’ spinse la comunita’ internazionale ad agire con maggiore efficacia per trovare una soluzione ad una drammatica emergenza. Il treno gremito di migranti partito da Budapest verso Sopron, (alla frontiera verso l’Austria) si è fermato a Bicske dove funziona un campo profughi. I poliziotti hanno tentato di far scendere tutti quelli che non hanno documenti ma i profughi si rifiutano e scandiscono “No camp”.  Sono quindi scoppiati tafferugli tra i migranti e la polizia, riferisce la Bbc. Una coppia con un neonato si è sdraiata sui binari, minacciando il suicidio; la polizia ha ammanettato il padre del piccolo costringendo la famiglia a desistere dal gesto. Altre decine di profughi partiti con un treno da Budapest sono stati fatti scendere a Gyor, nell’Ungheria nordoccidentale, nei pressi del confine con la Slovacchia.