MIGRANTI – JUNCKER: ’È IL MOMENTO DI AGIRE, NON C’È ALTERNATIVA’. MA LA DANIMARCA CHIUDE LA PORTA

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    Migranti: bisogna “agire insieme e con coraggio”. E’ l’appello del presidente della commissione europea Jean Claude Juncker all’Ue nel suo primo discorso sullo “Stato dell’Unione” dopo che in mattinata il collegio dei commissari Ue ha adottato il suo piano. I punti centrali del suo discorso:  “Dobbiamo accettare le persone in fuga dall’Isis su territorio europeo. E’ arrivato il momento di passare all’azione per gestire la crisi dei rifugiati e non c’è soluzione alternativa”. Grecia e Italia sono – ha osservato – tra gli stati più colpiti dalla crisi dei profughi. “I numeri sono impressionanti. Ma non è il momento di farsi spaventare è momento azione audace e concertata da parte Ue e tutte sue istituzioni. E’ il tempo dell’umanità”.  “Gli standard europei, le regole sulla migrazione ci sono. Ma non sono state applicate dagli Stati membri . Ora devono rispettarle: è in gioco la credibilità dell’Europa”. “La nostra Ue – si è rammaricato – non versa in buone condizioni, manca l’Unione in questa Ue e manca l’Europa. Vogliamo cambiare le cose e farlo con uno sforzo congiunto”. “Sino a quando ci sarà la guerra, nessun muro, nessuna barriera fermerà questa massa di rifugiati. Bisogna evitare la demagogia. Mettiamoci noi nei loro panni: quanto pagheremmo per rifarci una vita?”. “Mi appello gli stati membri affinché adottino” il ricollocamento di 160mila profughi “al prossimo consiglio dei ministri interno. Spero non ci sia retorica, abbiamo bisogno di fatti”. “La Commissione Ue propone un meccanismo di redistribuzione permanente che ci permetterà di affrontare situazioni di crisi in modo più agevole in futuro”.”Dobbiamo permettere – ha detto ancora – ai richiedenti asilo di lavorare” mentre la loro domande vengono trattate. “Rivolgo un appello ai diplomatici Ue per un’offensiva che affronti le crisi in Siria e Libia. Abbiamo bisogno di una politica estera europea più forte”. Il piano Juncker prevede quote obbligatorie per la ripartizione intra-Ue dei profughi e multe – seppur leggere, lo 0,002% del Pil del Paese – per chi si chiama fuori. Già nell’esame di ieri al collegio dei commissari Ue non sono mancati i prevedibili distinguo dei commissari provenienti dai Paesi che si oppongono al meccanismo di ripartizione obbligatorio. +Contrari alle quote sono anche Gran Bretagna e Danimarca, che comunque beneficiano di clausole di esclusione. La Danimarca, che ieri ha bloccato i treni di profughi e le vie d’accesso dalla Germania, ha addirittura diffuso un messaggio a pagamento sui principali quotidiani libanesi: “Non venite nel nostro Paese perché abbiamo dimezzato gli aiuti a profughi ed immigrati”. Decisamente in contrasto col piano Juncker, che prevede un meccanismo temporaneo per ricollocare altri 120mila rifugiati intra-Ue (oltre ai 40mila di maggio) in 24 mesi, provenienti da Siria, Eritrea e Iraq; e una proposta legislativa per un meccanismo permanente di ridistribuzioni, con la possibilità dei Paesi di fare ’opt out’, ma solo per un anno, e pagando una sanzione dello 0,002% del Pil. Gentiloni, bene proposte Juncker ma non sufficienti – Juncker ha fatto “proposte che hanno uno spirito giusto ma che continuano a non prendere sufficientemente in considerazione il carattere permanente della sfida che abbiamo davanti”, ha detto il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni al question time alla Camera. Merkel, integrazione veloce ma dare regole – “Coloro che cercano asilo e che vedono riconosciuto il diritto d’asilo hanno bisogno del nostro aiuto. E bisogna integrarli velocemente”. Lo ha detto Angela Merkel nel Bundestag. “Devono imparare velocemente il tedesco e avere velocemente un lavoro. Diventeranno cittadini tedeschi”, ha aggiunto. “Un Paese che dice ’benevenuti’ a tante persone deve anche dire quali sono le regole – ha aggiunto -. Anche questo fa parte di una società aperta”. “Nessuna tolleranza per la società parallela”. “Anche gli Stati Uniti dovrebbero accettare una quota di rifugiati siriani”: lo afferma il candidato repubblicano alla Casa Bianca Donald Trump, noto per le sue posizioni anti-immigrati, ma per il quale non si possono chiudere gli occhi di fronte alla “incredibile emergenza umanitaria” in atto.