Mourinho: ‘Futuro? Non sarà in Premier’

    Non sarà mai una semplice squadra, l’Inter per Mourinho è qualcosa di più: una famiglia. L’allenatore portoghese non spreca occasione per ribadire il suo attaccamento ai colori nerazzurri, con i quali nel 2010 ha vinto uno storico Triplete. Campionato, Coppa Italia e Champions League, tutto in un’unica stagione. Una scalata culminata con l’addio, anche se l’Inter gli è rimasta sempre nel cuore, come ha affermato lo stesso Mourinho in un’intervista a Dazn: “Non è tempo perso quando si lavora 18 anni senza fermarsi. Non c’è tempo per pensare a dubbi e domande, per pensare a quando hai sbagliato e perché, per non sbagliare di nuovo. Questi mesi dove non sto lavorando sono molto utili”. 
     

    Mourinho: “L’Inter è una famiglia” 

    L’allenatore portoghese si è soffermato sulla sua esperienza in nerazzurro: “Ho trovato una famiglia incredibile, che mi ha fatto essere felice ogni giorno ad Appiano Gentile. In questa connessione coi tifosi ci sono dei risultati, perché quando si vince siamo tutti in luna di miele; abbiamo vinto e creato questa empatia che rimane. Io vado in giro per Londra e arriva un interista che mi bacia e abbraccia, questa cosa rimane. L’Italia è stato un habitat naturale per me; in Inghilterra devo essere diverso in tante situazioni da come sono io naturalmente, in Italia invece il modo di vivere il calcio, 24 ore al giorno, è molto latino. Se esiste una traduzione inglese di ’Io non sono pirla’? Esisterà, però pirla… E’ nata perché io studiavo tanto con un professore fantastico. Lui un giorno mi ha detto che avrei dovuto imparare qualche parola che a Milano potrà darti più connessione con la gente. Ibrahimovic? Lui è fantastico, ma ha un’autostima incredibile. Ha detto che voleva andare via per vincere la Champions, e io in quel momento gli dissi spontaneamente: ’Magari vinciamo noi’. La squadra ha trasformato la paura di perdere un grande come Zlatan in un obiettivo: potercela fare senza di lui”. In chiusura Mourinho racconta il suo rapporto con Maicon: “Prima di una partita a Siena, mi hanno ricordato che era solito prendere il quinto giallo prima della pausa natalizia, per andare in Brasile. A Siena giocavamo prima della sosta e lui aveva quattro gialli. Capii che stava aspettando il quinto e gli dissi: ’Se ti fai ammonire, non vai in vacanza’. Lui rispose: ’E se segno?’. Gli risposi di farne due e lui li fece. Poi viene ammonito per essersi tolto la maglia, e alla fine fece una settimana di vacanza in più”, ha co