NELL’OMELIA PER LA SOLENNITÀ DELL’EPIFANIA, FRANCESCO CONIA UN NUOVO NEOLOGISMO: ’NOSTALGIOSO’. POI SI FA SERIO: “NON SEGUITE LUCI ABBAGLIANTI DEI SOLDI E DEL SUCCESSO”

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    “Il credente ’nostalgioso’, spinto dalla sua fede, va in cerca di Dio, come i magi, nei luoghi più reconditi della storia, perché sa in cuor suo che là lo aspetta il suo Signore. Va in periferia, in frontiera, nei luoghi non evangelizzati, per potersi incontrare col suo Signore; e non lo fa affatto con un atteggiamento di superiorità, lo fa come un mendicante che non può ignorare gli occhi di colui per il quale la Buona Notizia è ancora un terreno da esplorare”. Complice la sua pronuncia argentina, che ne fa un punto di forze in fatto di simpatia, stamane Papa Francesco  intervenendo nell’omelia per la solennità dell’Epifania, celebrata a San Pietro,  parlando della “nostalgia” di Dio che devono avere i cristiani, ha involontariamente creato un neologismo: chissà che il suo ‘nostalgioso’ non segua il successo riscosso dal ‘petaloso’ di uno scolaro qualche tempo fa. Ciò che ha invece caratterizzato l’Angelus del Santo Padre, è un concetto come sempre intitolato ai valori veri:   “Ci sono le luci abbaglianti della ribalta, dei soldi e del successo, che promettono tutto e subito: sono seducenti, ma con la loro forza accecano e fanno passare dai sogni di gloria al buio più fitto. Ci sono luci intermittenti, che vanno e vengono, come le piccole soddisfazioni della vita: anche se buone, non bastano, perché durano poco e non lasciano la pace che cerchiamo. I Magi, invece, invitano a seguire una luce stabile e gentile, che non tramonta, perché non è di questo mondo: viene dal cielo e splende nel cuore. Hanno visto una stella che li ha messi in movimento. La scoperta di qualcosa di inconsueto che è accaduto nel cielo ha scatenato una serie innumerevole di avvenimenti. Non era una stella che brillò in modo esclusivo per loro né avevano un Dna speciale per scoprirla. Come ha ben riconosciuto un padre della Chiesa, i magi non si misero in cammino perché avevano visto la stella ma videro la stella perché si erano messi in cammino (cfr San Giovanni Crisostomo). Avevano il cuore aperto all’orizzonte e poterono vedere quello che il cielo mostrava perché c’era in loro un desiderio che li spingeva: erano aperti a una novità”.

    M.