Nuova naufragio in Libia: 63 dispersi

    Nuova tragedia in mare. Domenica, un’altra nave proveniente dalla Libia sarebbe affondata causando la dispersione di ben 63 vite. Un numero che va ad allungare il triste elenco dei morti in mare, più di mille da inizio anno.

    Oltre 40 delle persone che erano a bordo sono state fortunatamente tratto in salvo dalla Guardia costiera libica; per loro si profila ora l’accoglimento presso alcuni centri libici, che risultano tra l’altro al collasso: sarebbero infatti almeno 10mila le persone ospitate in condizioni drastiche di sovraffollamento ed emergenza umanitaria, situazione aggravata anche dall’afa estiva.

    Le attività in mare, tra salvataggi e intercettazioni, nell’ultima settimana di giugno, sta aumentando ad un ritmo “drammatico”: sono infatti 2.500 le persone ricondotte a terra.

    Il naufragio di domenica è stato comunicato dall’Unhcr, l’Alto commissariato dell’Onu per i rifugiati: il barcone si sarebbe rifugiato al largo di Zuara, davanti alle coste occidentali libiche, causando la dispersione di 63 persone.

    Una nuova tragedia dei migranti che giunge dopo soli due giorni da un altro naufragio con oltre cento dispersi, fra cui una decina di bambini, presumibilmente ormai affogati.

    Con la chiusura dei porti italiani, si è innescato un “drammatico aumento” del numero di migranti riportati a terra dai guardacoste: 2.425 in una sola settimana secondo le stime dello stesso Unhcr, mentre l’Oim ne ha contati circa 3.000 nel giro di due settimane.

    Nelle ultime ore, altri 220 sono stati recuperati davanti alle coste ovest; come tutti gli altri, i migranti sono stati avviati verso uno dei 20 centri di detenzione in cui, secondo le stime delle ultime due settimane, si è superato copiosamente il confine dei diecimila. L’Oim, attraverso una portavoce in Libia, ha avvertito che il massiccio afflusso di migranti sta causando un grave problema di sovraffollamento: quando spazi angusti si riempiono troppo, si crea “un impatto sulla condizioni di vita”, come ha sottolineato la portavoce, Christine Petre’, soffermandosi in particolare sulla questione dei servizi igienici e su quella delle alte temperature.