Nuova triste medaglia per l’Italia, al 26° posto per libertà di scelta e ricerca

    Anni di storia e lotte sociali sembrano non essere bastati per raggiungere diritti civili e soprattutto libertà di ricerca. Ancora una triste medaglia per il Belpaese che in fatto di ricerca scientifica e libertà di scelta è tra gli ultimi posti nella classifica dei paesi europei. A batterla anche nazioni come Sudafrica, India, Vietnam e Israele. Italia e diritti civili, libertà di ricerca: ancora una volta siamo fanalini di coda. Al vertice della classifica abbiamo Belgio, Olanda e Usa, mentre l’Italia si piazza precisamente al 26° posto.?Si parla nel dettaglio di ricerca scientifica, fecondazione assistita, diritto all’aborto e fine vita e a dare un dettagliato resoconto della situazione è lo studio del professor  Andrea Boggio, docente della Bryan University di Boston. Verrà presentato  al  XV Congresso nazionale dell’associazione Coscioni  dedicato a “Le libertà in persona” in programma all’Università Statale di Milano dal 5 al 7 ottobre. “Il Congresso sarà l’occasione per ascoltare la voce dei ricercatori, delle persone malate e con disabilità e di tutti gli altri cittadini che vogliono conquistare nuove riforme laiche, dal corpo dei malati al cuore della politica” dice Marco Cappato, promotore dell’iniziativa, ricordando le 130mila  firme raccolte per un progetto di legge sull’eutanasia mai discusso neanche un minuto in parlamento. A fianco di Cappato e Filomena Gallo, a lungo nelle aule con i ricorsi che hanno cambiato la legge sulla fecondazione assistita, ci saranno  scienziati, medici, politici.?Argomenti di discussione: le libertà da conquistare in materia di scienza e ricerca scientifica, fine vita, fecondazione assistita, genoma, droghe, cellule staminali, biotecnologie, aborto, disabilità, intelligenza artificiale, laicità.?Su questi argomenti  l’Italia è in grave ritardo rispetto allo scenario internazionale. In termini di libertà di autodeterminazione è 31a su 47 paesi analizzati, dietro a realtà come Messico, Taiwan, Albania. Leader al mondo su questo tema sono Belgio, Olanda e Austria.
    Sulla libertà di ricerca scientifica legata alle tecniche di fecondazione l’Italia è a fondo classifica. È 29a su 60 paesi analizzati, dietro a nazioni come Vietnam, Sud Korea e Iran.  Leader al mondo su questo tema sono Nuova Zelanda, Grecia e India. 
    Sulla ricerca con gli embrioni è al 53° posto e al 32°  (in questo caso su 35 paesi analizzati), con il Kenya, e solo immediatamente prima di Russia e Ucraina, fanalini di coda della classifica, con riferimento al “diritto alla scienza” in relazione agli organismi geneticamente modificati.
    La posizione dell’Italia dipende dal fatto che i finanziamenti alla ricerca, spiegano gli autori dello studio, sono inferiori alla media europea e ci sono troppo pochi ricercatori. L’Italia è anche indietro nelle competenze scientifiche degli studenti di scuola superiore e di capacità di attrarre talenti dall’estero.
    La classifica degli stati che maggiormente proteggono scienza e favoriscono scienziati si basa su dati messi a disposizione da organizzazioni internazionali come la Banca Mondiale, Unesco, Oecd, ed il World Economic Forum e su dati raccolti dall’Associazione stessa. Questi dati confluiscono in indicatori che misurano vari aspetti del diritto alla scienza: l’investimento pubblico in ricerca ed in educazione terziaria (università); il numero di pubblicazioni e di ricercatori; la qualità di università e centri di ricerca; l’impatto della produzione scientifica; il numero di persone che conseguono un dottorato di ricerca; il numero di donne scienziato; le competenze scientifiche degli studenti di scuola superiore.