OMICIDIO GARLASCO – SAREBBE UN AMICO DEL FRATELLO DI CHIARA POGGI IL NUOVO INDAGATO IL CUI DNA SAREBBE COMPATIBILE CON QUELLO RINVENUTO SOTTO LE UNGHIE DELLA GIOVANE

    1426507-chiara_poggi.jpg (680×380)

    Dunque sarebbe il giovane Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara Poggi, il nuovo indagato nell’inchiesta sulla giovane di Garlasco, per il quale è stato condannato Alberto Stasi. In realtà il nome di Andrea non è nuovo agli inquirenti che, all’epoca dei fatti ascoltarono anche lui, come tanti altri amici della Poggi. A metterlo nei guai, l’esposto presentato dalla madre e dai legali di Stasi: le ulteriori indagini difensive avrebbero portato a stabilire che sulle unghie di Chiara ci sarebbe del Dna che combacia con quello del giovane, oggi 28enne impiegato. Una traccia genetica già analizzata nel 2014, ma ritenuta nella perizia chiesta dai giudici dell’appello ’bis’ troppo degradata per poter essere considerata scientificamente valida. Di altro avviso gli avvocati di Stasi che si sono affidati a un altro genetista e sostengono la piena compatibilità tra i due Dna messi a confronto. Una diversa valutazione che ha portato gli inquirenti di Pavia guidati dal procuratore Mario Venditti alla nuova iscrizione nel registro degli indagati – una sorta di ’atto dovuto’ dopo l’esposto – e che oggi spinge il procuratore generale di Milano, Roberto Alfonso, ad accogliere l’istanza con cui si chiede la riapertura del processo. Una decisione per nulla scontata e che potrebbe riaprire il caso, a nove anni dal delitto di Garlasco. Oltretutto, da quanto trapela contro il nuovo indagato, i difensori – che si sono avvalsi anche del lavoro di un’agenzia investigativa – non hanno solo la presunta prova scientifica. Andrea Sempio avrebbe una bicicletta -secondo due testimoni c’era una bici davanti alla villetta di via Pascolo la mattina dell’omicidio di Chiara – e il sospettato, già sentito due volte in questi anni di inchiesta, avrebbe fornito un alibi che non convince i legali; inoltre vista l’amicizia con il fratello della vittima conosceva e frequentava casa Poggi. Tutti elementi che ora gli investigatori di Pavia valuteranno e su cui poi si baserà l’eventuale decisione di ’riaprire’ il processo a Brescia. Sulla scelta del procuratore generale di Milano di accogliere l’istanza – un primo punto importante per la difesa di Stasi – dovrà infatti decidere la corte d’Appello di Brescia, una volta in possesso dei risultati dell’inchiesta di Pavia. Solo dopo un’attenta analisi dei nuovi elementi raccolti, la Corte bresciana deciderà se sospendere la pena a 16 anni di carcere inflitta a Stasi – detenuto da un anno a Bollate – e rifare il processo oppure rigettare  la richiesta di celebrare un nuovo giudizio. Nel caso, si tratterebbe del sesto processo contro l’allora fidanzato di Chiara, assolto per due volte e poi condannato in via definitiva dalla Cassazione a 16 anni di reclusione.