Pd, Matteo Renzi: Alla Leopolda presenteremo contromanovra

    A sinistra ancora non c’è un unità di intenti, specie all’interno del Pd, scosso dalle varie correnti presenti al suo interno. Ma adesso i dem sembrano avvertire la necessità di ritornare compatti e coesi, tornare a rappresentare i propri elettori e fare una serie opposizione contro il governo, guidato da 5 stelle e Lega. Il primo che vorrebbe seppellire l’ascia di guerra è l’ex premier Matteo Renzi, che auspica ad un riavvicinamento tra le parti. Il tutto avviene proprio il giorno della candidatura ufficiale alla segreteria del partito del governatore del Lazio Zingaretti, durante il meeting di ‘Piazza Grande’, tenutosi nel weekend a Roma. Nello stesso momento, in Toscana si votava per le primarie del Pd, dove Renzi ha sostenuto l’elezione di Simona Bonafé, avversaria di Valerio Fabiani, appartenente alla corrente di Andrea Orlando. Renzi ha in mente di proporre una contro-manovra, in opposizione a quella del governo, durante il tradizionale raduno alla Leopolda di Firenze: “Basta guerre interne- dice l’ex segretario- il problema di questo paese non è il partito democratico ma un governo che rischia di far andare a sbattere l’Italia. Noi la prossima settimana alla Leopolda, con Pier Carlo Padoan, presenteremo una controproposta di legge di bilancio. Su twitter, invece, Matteo Renzi torna ad attaccare nuovamente la giunta parlamentare: “La legge di bilancio penalizza famiglie e lavoratori italiani. E regala soldi agli speculatori. L’italia così va a sbattere. Fermatevi, siete ancora in tempo”. Questo il suo commento. Peraltro, Renzi crede nella possibilità di invertire la rotta: “Il clima sta cambiando: il consenso è molto facile da ottenere e da disperdere. Lo sappiamo noi e credo lo sappia anche questo governo”. In realtà dalla segreteria del Partito democratico arriva una precisazione rispetto all’annuncio di una contromanovra alla Leopolda. “La contromanovra del Partito democratico è stata elaborata da un gruppo di lavoro promosso dal segretario Maurizio Martina cui hanno fatto parte Pier Carlo Padoan, Tommaso Nannicini, Antonio Misiani, Luigi Marattin e Marco Leonardi. È stata presentata alle parti sociali il 4 ottobre scorso ed esposta anche in parlamento nel corso della seduta sul Documento di Programmazione di Economia e Finanza”, fanno sapere fonti del Nazareno. Come dire, alla Leopolda non scopriranno nulla. Matteo Renzi naturalmente è tutt’altro che estraneo alla battaglia congressuale e i sindaci della sua area stanno sostenendo una discesa in campo dell’ex ministro dell’Interno, Marco Minniti. D’altra parte Zingaretti ha chiarito subito che il suo percorso sarà alternativo al renzismo: “Via dalla strada che ci ha fatto fallire”, ha detto il governatore del Lazio, ora si cambi. E Zingaretti ha dedicato gran parte del suo intervento proprio a prendere le distanze dall’ultimo corso del partito. E all’ex Dogana di Roma ha parlato anche Paolo Gentiloni, l’ex premier che da mesi ha rapporti gelidi con Matteo Renzi: “Dobbiamo cambiare strada e farlo seriamente, ma senza abiure perché abbiamo risanato il Paese”. Non c’è stato un endorsement esplicito al governatore del Lazio, ma già la presenza di Gentiloni alla convention è stato un segnale nella corsa verso le primarie.