Pedemontana chiude in negativo, servono 2,4 mld per completare l’opera

    Nonostante il bilancio positivo del traffico e dei ricavi da pedaggio, aumentati del 26% rispetto all’anno precedente, Pedemontana, l’opera infrastrutturale controllata da Milano Serravalle, e quindi indirettamente dalla Regione Lombardia, chiude nuovamente in perdita e potrebbe aver bisogno di un ulteriore aumento di capitale. La società sta al momento lavorando su una nuova gara per appaltare e completare l’opera: per realizzarla sono necessari 2,4 miliardi di euro, di cui 200 milioni solo per rimborsare il prestito ponte delle banche. Il 2017 ha registrato una perdita di 7,4 milioni di euro, certamente in miglioramento se si calcano i 7,7 milioni di rosso registrati nel 2016.
    Le perdite accumulate della società finora sono state 77,6 milioni di euro, che su un capitale di circa 300 milioni portano al 26% la percentuale di capitale eroso. Ciò che preme maggiormente oggi è reperire 350 milioni di equity “a copertura dei mezzi propri” da parte dei soci: sugli 800 milioni complessivi necessari, , “a oggi sono stati versati 300,9 mln a titolo di equità – scrive la società – e 150 mln a titolo di prestito soci da parte della controllante Milano Serravalle”. La questione chiama però in ballo anche gli altri soci della Pedemontana, come Intesa SanPaolo, che possiede il 17,3%, e Ubi banca, con il 3%.
    Pedemontana “rinnova la richiesta ai soci di fare tutto quanto nelle loro possibilità affinché si possa reperire l’equity”, in assenza del quale, “la bancabilità del progetto e l’ultimazione del tracciato sarebbero seriamente compromesse”.
    Sulla stessa linea anche il collegio sindacale che, nella sua relazione all’assemblea dei soci, pone l’accento sul reperimento del capitale necessario a finire l’autostrada, di cui mancano ancora le tre tratte principali, e precisa: “In assenza di un miglioramento del risultato di esercizio per il futuro, il collegio attenziona sull’esigenza di dover procedere a operazioni di ricapitalizzazione”.
    Dal bilancio arrivano numeri positivi sul piano dei margini e dei ricavi, aumentati a circa 30 milioni di euro milioni rispetto ai 23,6 del 2016. I debiti verso le banche (un gruppo particolarmente numeroso che comprende Intesa SanPaolo, Unicredit, Ubi, Mps e Banco Bpm) sfiorano i 200 milioni di euro. Si tratta del prestito ponte rimodulato alla fine dello scorso anno e prolungato fino al 2034, allungamento dei tempi che è stato fondamentale anche per ottenere il rigetto dell’istanza di fallimento.
    “I dati confermano la validità del progetto”, sottolinea il cda della Pedemontana, che è tra le opere infrastrutturali messe a rischio dall’attività di revisione dei progetti iniziata dal nuovo Governo. Il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, definendola “essenziale”, ha dichiarato in più occasioni che farà “di tutto perché possa essere completata” e una volta terminata “diventerà una delle più importanti infrastrutture del nostro territorio”.
    Pedemontana sottolinea inoltre che “i primi mesi del 2018 hanno segnalato un incremento del traffico doppio rispetto a quello previsto dal piano di rimborso pluriennale”. E, al momento, “in attesa di eseguire i nuovi e obbligatori investimenti per la costruzione dell’intera infrastruttura”, la società “si trova in una situazione di equilibrio economico-finanziario”.
    I prossimi obiettivi sono una nuova gara per trovare un general contractor a cui affidare l’elaborazione del progetto esecutivo e la realizzazione delle opere, e una gara per individuare “un operatore economico” che finanzi il tutto con 2,4 miliardi euro. La pubblicazione del bando di gara avverrà entro settembre 2018 e l’aggiudicazione entro giugno 2019. Quello che manca al completamento della Pedemontana Lombarda è un’arteria immaginaria lunga circa 43 chilometri che permetterà di decongestionare il traffico sull’asse Milano-Bergamo.
    Dell’autostrada mancano tre tratte: la B2, la C e la D, che da Lentate sul Seveso (Monza) portano direttamente all’autostrada A4, con lo svincolo finale nei pressi di Osio Sotto, nella bassa bergamasca. In mezzo al tracciato completo, ci sono cinque fiumi (Olona, Seveso, Lambro, Adda e Brembo), parchi e aree agricole, circostanza per cui sono stati studiati 48 chilometri di opere ’connesse’ al tracciato autostradale, tra ponti e viadotti, e stanziati 150 milioni di euro per gli interventi di mitigazione e compensazione ambientale.
    Dalla posa della prima pietra con cui nel febbraio 2010 si è dato il via ai lavori, il Cal, Concessioni Autostradali Lombarde, ente concedente per la realizzazione delle autostrade, prevede che i lavori terminino nel 2022. La prima tratta, la A, è entrata in esercizio il 26 gennaio 2015, mentre la B1 è stata finita il 5 novembre 2015. In tutto, l’opera costa circa 4,1 miliardi di euro.