PEDOFILIA: ‘LA CHIESA È ARRIVATA TARDI, NON FIRMERÒ MAI RICHIESTE DI GRAZIA. MAFIA? TUTELIAMO I TESTIMONI’

    “Io non ho mai firmato una di queste e mai le firmerò . Io non firmo le sentenze”. E’ quanto affermato stamane da Papa Francesco, intervenendo ‘a braccio’, presso la Pontificia Commissione per la tutela dei minori. Rispetto alle richieste di grazia relative agli abusi, Bergoglio ha ribadito la sua totale disapprovazione di questo genere di reati. E a tal proposito cita una sua esperienza in merito: “C’erano due sentenze, era l’inizio: un sacerdote della diocesi di Crema. La sentenza del vescovo era buona, prudente, toglieva tutti i ministeri ma non lo stato clericale. Io ero nuovo, non capivo bene queste cose, e davanti alle due ho scelto la più benevola, ma dopo due anni lui è ricaduto: è stata l’unica volta che l’ho fatto, non lo farò mai più. La Chiesa è arrivata un po’ tardi – rispetto alla pedofilia,ndr – Non è stato facile cominciare questo lavoro: avete dovuto nuotare controcorrente – ha quindi affermato il Pontefice nei confronti della Commissione – La Chiesa è arrivata un po’ tardi, e quando la coscienza arriva tardi, i media risolvono il problema e anche arrivano tardi. Sono consapevole di questa difficoltà, ma è la realtà: siamo arrivati in ritardo. Forse l’antica pratica di spostare la gente per fronteggiare il problema ha addormentato un po’ le coscienze. Ma grazie a Dio il Signore ha suscitato ’uomini profeti’ nella Chiesa. Uno è il cardinale”, ha quindi affermato Francesco rivolgendosi al card. Patrick O’Malley (alla guida della Commissione) il quale, ha detto il Papa, “ha coinvolto altri e ha cominciato questo lavoro di far salire il problema alla superficie e vederlo in faccia. Il cardinale ha cominciato a parlare con le parole di Gesù sui bambini. Per il momento risolvere il problema degli abusi deve essere competenza della Congregazione per la Dottrina della Fede. la strada da continuare con il nostro lavoro: nostro, perché è la Commissione, ma dentro la Santa Sede e con il Papa. Alcuni chiedono che vada direttamente alla Rota e alla Segnatura, al sistema giudiziale della Santa Sede. Ma in questo momento il problema è grave, è grave che alcuni non hanno preso coscienza del problema. Tutta la Chiesa – ha poi esortato il Papa – prenda coscienza del problema. Ma ci sono tanti casi che non avanzano, non vanno avanti: questo è vero’’, ha osservato Bergoglio, evidenziando che nel dicastero pontificio “si sta cercando di prendere più gente che lavori nella classificazione dei processi: operai che classificano, studiano i dossier”. Infine Francesco ha incontrato la Commissione parlamentare Antimafia in Vaticano, raccomandando la massima tutela per chi si espone a gravi rischi denunciando le violenze di cui è testimone: “Non si può dimenticare che la lotta alle mafie passa attraverso la tutela e la valorizzazione dei testimoni di giustizia, persone che si espongono a gravi rischi scegliendo di denunciare le violenze di cui sono state testimoni. Va trovata una via che permetta a una persona pulita, ma appartenente a famiglie o contesti di mafia, di uscirne senza subire vendette e ritorsioni. “Sono molte le donne, soprattutto madri – spiega – che cercano di farlo, nel rifiuto delle logiche criminali e nel desiderio di garantire ai propri figli un futuro diverso. Occorre riuscire ad aiutarle, nel rispetto, certamente, dei percorsi di giustizia, ma anche della loro dignità di persone che scelgono il bene e la vita”.
    M.