Prezzo latte, la rivolta dei pastori sardi

    Continua in Sardegna la rivolta del latte dei pastori in ore in cui il governo convoca un tavolo di filiera. La protesta del latte da parte dei pastori continua con una rivolta che ha fatto parlare tutti gli organi di informazione e obbligato il governo a intervenire.
    Il governo infatti ha convocato un tavolo di filiera coi pastori ma la protesta non si ferma.
    Conte sull’Isola con i ministri Centinaio e Lezzi incontra una delegazione dei pastori e dice: “Cercheremo soluzioni”. C’è un vertice fissato per il 21 febbraio ma, intanto, anche la parola dura di Confindustria: “Inaccettabili i blocchi stradali e le minacce alle aziende”.
    Il governo interviene dunque in merito alla protesta per il prezzo del latte da parte dei pastori sardi che negli ultimi giorni si è scatenata in Sardegna. Il premier Giuseppe Conte, in visita a Cagliari, ha dichiarato come detto che per il prossimo 21 febbraio ci sarà la riunione di un tavolo al quale dovrebbero partecipare tutti gli operatori della filiera del latte, inclusi rappresentanti dei pastori sardi. La dichiarazione giunge a seguito di un meeting con i rappresentanti degli allevatori presso l’aeroporto militare di Decimomannu: oltre a Conte, c’erano il ministro dell’Agricoltura, Gian Marco Centinaio e la ministra per il Mezzogiorno, Barbara Lezzi. “Il 21 febbraio alle 11.30 ci sarà un tavolo di filiera – ha chiarito Conte in prefettura a Cagliari – e adesso saranno allo studio delle misure per venire incontro alle richieste dei pastori”.
    Il ministro Centinaio ha detto di augurarsi la sospensione dei blocchi stradali in tal senso e che il governo parlerà con l’Unione europea per verificare la possibilità di forme di sostegno.
    “Tutti molti disponibili, ci hanno ascoltato per un’ora, ma siamo lontani dal trovare una soluzione”, ha detto Felice Floris, leader del Movimento dei pastori sardi. “Ringraziamo il governo per l’attenzione – ha aggiunto Floris – ma ci servono risposte in tempi brevi. Per questo i presidi si intensificheranno nei prossimi giorni: noi non molliamo”. Tra le proposte arrivate durante il confronto per fronteggiare il problema delle eccedenze di prodotto, riferisce Floris, “c’è quella di spostare dal mercato 20 milioni di pecorino romano da destinare ai bisognosi in Italia, ma anche all’estero, per esempio in Africa”.
    Le manifestazioni hanno spaccato le organizzazioni nel settore. Cia, Coldiretti e Copagri sostengono le iniziative degli allevatori. Confindustria, critica. “Siamo solidali con chi protesta e manifesta in maniera civile e legale, per segnalare problemi che è giusto affrontare e risolvere. Il tavolo di confronto tra le parti non può però svolgersi in questo clima. Le aziende sono fortemente minacciate ed assediate in un clima che diviene sempre più incontrollato, con crescenti violazioni, ricatti e minacce che mirano, superando ogni limite tollerabile di legalità, a terrorizzare gli imprenditori, i lavoratori, i trasportatori e gli stessi allevatori che non aderiscono alla protesta. Non sono accettabili e giustificabili le incursioni, i danneggiamenti, i vandalismi, i blocchi di questi giorni e di queste ore a danno delle imprese dei nostri territori”.