PRIMO PAESE IN EUROPA, LA FINLANDIA SI AVVIA A SPERIMENTARE IL REDDITO DI CITTADINANZA. CIRCA 2MILA CITTADINI DISOCCUPATI RICEVERANNO 560 EURO MENSILI

    hi_iceskating01_7_675x359_FitToBoxSmallDimension_Center.jpg (675×359)

    Ancora una volta, nel campo del sociale, l’ennesima sperimentazione giunge dai paesi nordici, dei quali è ormai noto il tasso di civiltà. C’è però da premettere che parliamo di uno Stato dove il tasso di disoccupazione (su circa 5,5 milioni di abitanti), è di circa l’8%, con 213mila persone senza lavoro. E dunque, primo paese in Europa, la Finlandia si appresta a sperimentare il reddito di cittadinanza. Il governo di Helsinki ha infatti varato un programma sperimentale secondo cui, a 2mila cittadini disoccupati, sarà offerto un reddito garantito di 560 euro mensili. Un primo passaggio attraverso il quale  il governo finlandese punta a ridurre la povertà, ad aumentare il tasso di occupati e a tagliare le lungaggini burocratiche. Oltretutto, quanti raggiunti da questo esperimento pilota, non sono tenuti a dover giustificare il modo in cui spenderanno i soldi. La somma verrà detratta da altri eventuali sussidi ricevuti. Il salario base verrà però mantenuto anche nel caso in cui il beneficiario trovi un lavoro. Come spiega Olli Kangas, dell’agenzia governativa che si occupa del welfare, il rischio è che con la paura di poter perdere i sussidi ed i benefit previsti dal generoso stato sociale, un disoccupato può attualmente rifiutare un lavoro a basso salario o a tempo determinato. L’esperimento del reddito base fa parte delle misure volute dal governo di centro destra del premier Juha Sipila per aumentare l’occupazione. Il reddito medio nel settore privato è di circa 3.500 euro al mese. “Sarà molto interessante vedere come si comporteranno le persone – ha spiegato Kangas intervistato dal ‘Guardian’ – se saranno portate a sperimentare vari tipi di impiego. O se, come sostengono i critici, sapere che otterranno un reddito base senza fare nulla li renderà più pigri”. Se le cose dovessero però andare come si spera, Kangas ha anticipato che l’esperimento in futuro potrebbe essere esteso ad altre categorie di cittadini a basso reddito, ai piccoli imprenditori e ai lavoratori part-time o precari.

    M.