PUIGDEMONT ‘GELA’ I SECESSIONISTI CATALANI DEL CUP SOSPENDENDO L’INDIPENDENZA E PROPONE: ‘ORA IL DIALOGO’

    C’era grande attesa oggi a Barcellona dove il leader della Generalit catalana, Puigdemont, avrebbe dovuto riferire in merito all’esito del referendum. La comunità internazionale – come la stessa Spagna – era in apprensione temendo il peggio, specie alla luce di quanto dichiarato nei giorni precedenti da Rajoy, che aveva dichiarato che l’eventuale dichiarazione di scissione avrebbe avuto conseguenze nefaste. Intanto, prima che Puigdemont prendesse la parola, qualora il leader catalano avesse proclamato unilateralmente l’indipendenza, la procura spagnola aveva già avviato una denuncia per sovversione. Ricordiamo che secondo la legge spagnola, il reato di sovversione, annovera anche chi “dichiari l’indipendenza di una parte del territorio nazionale”, ritenendolo punibile con pene fra i 15 e 25 anni di carcere. “Prendo atto del risultato del referendum e assumo il mandato del popolo perché la Catalogna si converta in Stato indipendente in forma repubblicana”, ha esclamato il leader catalano prendendo la parola. Ed il suo alla fine è stato un intervento responsabile e sensato dichiarando la “sospensione degli effetti della dichiarazione di indipendenza per raggiungere una soluzione concordata”, e aprendo dunque un dialogo con Madrid. “Bisogna avviare un periodo in cui intrattenere un dialogo con lo Stato spagnolo, appellandomi alla responsabilità di tutti – ha detto Puigdemont – Il conflitto si può risolvere in maniera calma”. Quindi ha aggiunto che “Il referendum è stato fatto in condizioni difficili ed estreme ed è stato il primo caso nella storia delle democrazie europee, che un referendum è stato accompagnato da attacchi della polizia ai votanti: sono state colpite persone indifese, lo hanno visto tutti e lo ha visto il mondo, forzando quasi le persone a rinunciare a votare. Ma più di 2 mln di persone hanno votato. Non sappiamo quanti hanno tentato di votare – ha aggiunto ancora il leader catalano – ma le scuole chiuse in maniera violenta rappresentano un segno di quante persone avrebbero voluto votare” aggiunge Puigdemont, sottolineando che “sono qui dopo il risultato del referendum del 1° ottobre per spiegare le conseguenze politiche che ne derivano. La Catalogna è un affare europeo. E’ un momento critico e serio e dobbiamo prenderci le nostre responsabilità per eliminare la tensione e non incrementarla”. Poi in merito alle virtù della sua regione, ha osservato che “è stata non solo motore economico della Spagna ma fattore di stabilità del Paese. E, con gli anni, però il sistema ha smesso di svilupparsi nel cammino voluto dalla Catalogna”. Affermando che la Catalogna è stata vessata solo perché ha tentato di modificare il suo statuto “nel rispetto della Costituzione”, Puigdemontha tenuto a precisare che “il testo di modifica dello statuto è stato tagliato e modificato per ben due volte, tanto da diventare irriconoscibile”. Ed il risultato, sottolinea ancora, “è stata un’umiliazione”. Tuttavia l’esecutivo di Madrid – ha riportato il quotidiano ‘El Mundo’ – ha giudicato “inammissibile” la dichiarazione di indipendenza del leader catalano, pronunciata in forma “implicita”, così come la sospensione. Il quotidiano scrive ancora che, fonti interne al governo ritengono che non non si può dare nessuna validità alla legge sul referendum sospeso dalla Corte costituzionale, né presentare “come valido il supposto conteggio di un referendum fraudolento e illegale. Inoltre, non si può dar per scontato che i catalani vogliano l’indipendenza”. Infine c’è da sottolineare la delusione fra i secessionisti catalani del Cup. Una delusione evidente, visto nel corso dell’intervento del leader catalano, tutti e 10 i deputati del partito della sinistra antisistema che sostengono il governo Puigdemont, si sono ben guardati dall’applaudire. Come ha poi commentato in aula la deputata Cup, Anna Gabriel: “La proclamazione non è andata come volevamo. Oggi bisognava proclamare la repubblica catalana”. Addirittura, ha riportato ‘El Mundo’, l’organizzazione giovanile Arran, strettamente legata al Cup, ha definito un “tradimento inammissibile” l’intervento di Puigdemont.
    M.