Quella sera che Marinetti incontrò Majakovskij a Parigi

    Che piaccia o meno, il mondo dell’Arte e della Cultura in generale rappresentano una sorta di mondo parallelo, una dimensione a se stante dove, seppure (in)condizionata dalla realtà, la contemporaneità è rappresentata da linguaggi e visioni altre che, sebbene parallelemente, viaggiano con accorta lontananza dai cosiddetti luoghi del potere. 
    Parente stretta della Storia, la letteratura ha determinato, e continua a determinare, i risvolti di una cultura mai doma, puntualmente ‘decodificabile’ soltanto quando il tempo ha finalmente compiuto la puntuale omologazione di almeno una generazione.
    Ecco perché soltanto oggi diviene particolarmente preziosa ed interessante la testimonianza di un inedito incontro avvenuto addirittura nel 1925.
    Parliamo del nuovo libro di Gino Agnese, che Rubbettino Editore ha presentato ieri a Roma il suo ’Marinetti/Majakovskij. 1925. I segreti di un incontro’. 
    L’autore ci porta a ritroso nel tempo, in una tiepida serata di Parigi. E’ il 20 giugno del 1925, ed un ristorante cosiddetto ‘a la page’ tira il ‘separè’ intorno a un tavolo che in quei giorni avrebbe dato da discutere parecchio. 
    I tre commensali discutono amabilmente, incuriositi l’uno dell’altro. Si parla di arte, di letteratura, di come sta cambiando rapidamente la società e, inevitabilmente, anche molto di politica.
    Ma non siamo davanti al vezzo saputo di due galantuomini avulsi all’arte oratoria, ma al cospetto di due menti che negli anni a venire lasceranno un segno indelebile delle loro storie: Filippo Tommaso Marinetti, fondatore del Futurismo, ed un giovane poeta russo: Vladimir Vladimirovich Majakovskij. A rendere intellegibile il dialogo tra questi due apparentemente opposti mondi, Elsa Kagan – che poi diverrà la signora Triolet – giovane scrittrice russa (ma avulsa al sovietismo), in esilio a Parigi. Inevitabilmente di due russi posero diverse domande a Marinetti circa la sua ‘reale’ amicizia con il Duce, perché interessava molto anche al ministro della Cultura Lunacharskijm che in realtà nutriva una forte simpatia per l’allora ‘socialista’ Benito Mussolini. Non è poi da escludere in merito a questo particolare incontro, anche l’interesse da parte dei servizi segreti russi in quanto, il secondo responsabile dell’intelligence di Mosca, Yakob Agranov, coltivava una passione amorosa con la sorella più grande di Elsa, tale Lili Kagan, conosciuta come Lili Brik, musa ispiratrice dello stesso Majakovskij. Difatti Gino Agnese nello suorrere dei fatti segnala poi di lì a poco il soggiorno romano della Brik, proprio in coincidenza del fallito attentato ai danni di Mussilini ad opera di Zaniboni…
    All presentazione del libro, tenutasi nel salone della ’Dante Alighieri’ hanno preso parte Mirella Serri, docente di Letteratura Italiana Contemporaneo della Sapienza, lo slavista emerito dell’Università Roma2 Tor Vergata, Cesare G. De Michelis, e lo storico dell’Ateneo perugino, Alessandro Campi’.
    Max