Quota 100, modifiche alle pensioni

    Da un lato il Parlamento continua il lavoro sulla Manovra, dall’altro si aspettano dal governo e dal Mef le vie da intraprendere sui saldi di bilancio e sulle misure cardine, quota 100 e reddito di cittadinanza, dalle quali dipenderà la prossima legge di Bilancio. E tra i vari problemi, ultimamente al centro del dibattito è tornato quota 100, l’unica delle due misure-cardine che dovrebbe concretiggiarsi già dalla Manovra per il 2019.

    La Commissione ha fatto richiesta esplicita al governo italiano di modificare i piani previdenziali, avendo timore di un cambio di rotta dopo i vincoli degli ultimi decenni che potrebbe porre il debito pubblico su un cammino ancor più difficile. Paradossalmente, per cercare di tendere una mano verso la Ue, l’impegno dei tecnici in queste ore va tutto nel tentare di disincentivare la quota 100 e alleggerirla il più possibile dal punto di vista dei costi. Se in cassa ci sono 6,7 miliardi per il primo anno, si sta trovando il modo di abbassare quella spesa per ottenere denari da dirigere sugli investimenti o più semplicemente sul calo del rapporto tra deficit e Pil, previsto al 2,4%. Tra le soluzioni possibile per la riduzione di quota 100, emerge dai media l’idea di “penalizzare” chi esce con una mancata riconsiderazione delle pensioni – nella fase calcolata col metodo retributivo – per quegli anni “anticipati” (massimo cinque) grazie all’ingresso a quota 100. Così si otterrebbero tagli del 12 per cento. Già si è parlato del divieto di cumulo per 5 anni, ossia dell’impossibilità di lavorare (redditi oltre 5mila euro) per chi va in pensione prima. Ma c’è un altro percorso ancor più ’strutturale’ per tranqulizzare Bruxelles, ovvero come sostiene il Sole24Ore arrestare la possibilità diventar pensionati con 62 anni+38 di contributi per soli tre anni. Quota 100 diverrebbe così un provvedimento a termine, pensata per mettere mano successivamente al criterio unico di pensionamento anticipato con 41 anni di contributi. Intanto, con i vari sconti che si sta pensando di distribuire, la spesa potrebbe calare di oltre un miliardo e mezzo rispetto ai 6,7 miliardi depositati.