Home POLITICA ESTERI Regeni, il pm: “Forse non volevano fosse trovato il corpo”

Regeni, il pm: “Forse non volevano fosse trovato il corpo”

“Se si volesse fare ritrovare o meno il corpo è un fatto non chiaro. Non è certo che volevano fare ritrovare corpo di Giulio. La strada dove è stato trovato è costeggiata da muraglioni alti 3 metri, per chilometri. Solo il fatto che un camioncino ha forato in quel tratto di strada ha reso possibile individuare il corpo, è stato un fatto fortuito“.
E’ un ipotesi, e nemmeno così remota visto come sono poi andati i fatti. A sostenerlo è Sergio Colaiocco, sostituto procuratore, che stamane – affiancato dal procuratore facente funzione di Roma Michele Prestipino – ha deposto presso la commissione di inchiesta sulla morte il ricercatore friulano, Giulio Regeni, in Egitto prima sequestrato, poi torturato, ed infine trovato morto ucciso nel 2016.
Nel sostenere la sua convinzione il magistrato ricorda infatti che “la morte di Regeni è stata volontariamente inflitta e non conseguenza delle torture. Per noi il punto centrale è quello della rogatoria con tre richieste e siamo in attesa di risposta“.

La rogatoria dell’aprile 2019 verte su tre punti precisi

Dunque, ha spiegato ancora Colaiocco, “La rogatoria del 28 aprile 2019 prevede tre punti, il primo riguarda riscontri sul fatto che il maggiore Sharif, uno dei cinque indagati, nell’agosto 2017 fosse a Nairobi dove avrebbe fatto riferimento alle modalità del sequestro di Giulio a una persona durante un pranzo poi ascoltato da una terza. Il secondo punto riguarda, invece, l’elezione di domicilio dei cinque indagati, il terzo i tabulati telefonici. Noi – ha tenuto a rimarcare – siamo ancora in attesa di risposta. L’indagine della Procura di Roma ha cercato di ricostruire il più possibile le attività di Giulio Regeni in Italia e all’estero. La vita di Giulio al Cairo era riservata, sobria e dedita solo all’attività di ricerca che sperava di concludere al più presto – ha precisato concludendo Colaiocco – tanto che aveva già comprato il biglietto di rientro in Italia con partenza il 23 marzo. La sera si vedeva con gli amici con cui faceva ricerca“.
Dal canto suo, il procuratore facente funzioni Prestipino ha invece aggiunto: “Rispetto alla scorsa audizione il fatto successivo è l’incontro avvenuto al Cairo tra il team investigativo italiano, con Sco e Ros, e quello egiziano del 14 e 15 gennaio scorso. Nel corso di questo incontro c’è stato uno scambio di informazioni ed è stato fatto il punto della situazione. C’è stata da parte loro la richiesta di documentazione che noi abbiamo già inviato. Questo scambio di documenti è funzionale a un futuro incontro tra magistrati”.
Max