Regeni, schiaffo della politica: in aula solo 19 deputati

    Una seduta con i contorni della farsa quella della Camera nella giornata in cui si doveva decidere per la commissione di inchiesta sul caso Regeni. Uno schiaffo della politica alla famiglia e a tutte le persone che cercano ancora la verità: aula di Montecitorio semi deserta, con soli 19 deputati presenti per il dibattito.

    Regeni, schiaffo della politica: il racconto di Ungaro

    Il leghista Paolo Formentini ci mette solo due minuti per sottolineare che il Carroccio è d’accordo con una commissione parlamentare d’inchiesta per cercare la verità sulla morte di Giulio Regeni, diversa la posizione di Forza Italia che con la dichiarazione di Pierantonio Zanettin ricorda la necessità che la commissione non sia “una cosa velleitaria” dicendo peraltro “no alla propaganda, no allo spreco di risorse e energie”. La proposta viene illustrata dalla pentastellata Sabrina De Carlo, relatrice in commissione Giustizia: una commissione che in 12 mesi di tempo dovrà “chiarire le responsabilità che hanno portato alla morte di Giulio Regeni e verificare fatti, atti e condotte commissive e omissive che abbiano costituito o costituiscano ostacolo, ritardo, o difficoltà”.
    L’appello dei genitori di Giulio Regeni era stato raccolto dalle parole di Roberto Fico di ieri, che aveva chiamato i deputati a mostrare unità: parole rimaste al vento, considerando che all’atto pratico per discutere dell’istituzione della commissione parlamentare soltanto 19 deputati si sono presentati in aula: 8 del Pd, 2 di Leu, 5 del M5Stelle, nessuno di Fratelli d’Italia, 2 della Lega e 2 di Forza Italia.
    Per il Pd ha parlato Massimo Ungaro che ha potuto approfondire  la storia anche personale del ricercatore italiano ucciso in Egitto, attraverso la testimonianza e i ricordi di un compagno di scuola. Il deputato ha riaperto la ferita ricordando il “pestaggio pesantissimo: più di due dozzine di fratture ossee, tra cui sette costole, le due braccia, le due gambe… Diciamolo chiaramente, diciamolo in quest’aula: la Repubblica araba d’Egitto diretta dal generale-faraone al Sisi, ci sta prendendo in giro”.