Renzi: Di Maio bugiardo o sciacallo

    “Chi come Luigi Di Maio dice che il mio governo ha preso i soldi da Benetton o Autostrade è tecnicamente parlando un bugiardo. Se lo dice per motivi politici invece è uno sciacallo. In entrambi i casi la verità è più forte delle chiacchiere: il mio governo non ha preso un centesimo da questi signori, che non hanno pagato la mia campagna elettorale, né quella del Pd, né la Leopolda”. In un lungo post pubblicato su Facebook, Matteo Renzi replica a Luigi Di Maio che ieri, pur senza chiamare direttamente in causa il Pd, ha detto che “i Benetton hanno finanziato le campagne elettorali di tutti i partiti del passato, di tutti i partiti del governo del passato”. E che oggi, nel rispondere al post di Renzi, colpisce ancora più duro: “La sua parola per gli italiani – scrive stamane – vale zero, pubblichi tutti i nomi dei finanziatori Pd”.
    Parole dure, alle quali sono seguite quelle dell’ex segretario dem: “Utilizzare una tragedia per attaccare gli avversari, mentendo, dà il senso della caratura morale e politica del vicepresidente del Consiglio” scrive Renzi nel post.
    Si scelgano gli avvocati migliori – prosegue l’ex premier – per andare al contraddittorio con Autostrade. Si vada fino in fondo all’azione giudiziaria senza guardare in faccia nessuno. Chi ha sbagliato paghi tutto. Autostrade oggi ha il compito di pagare tutto, fino all’ultimo centesimo, a cominciare dalla Gronda: revocando la concessione, invece, Autostrade incassa e non paga”.
    Quindi insiste: “Fare la Gronda coi soldi destinati all’edilizia scolastica (come ha ipotizzato Salvini) sarebbe un autogol e un danno per tutti i Comuni. La Gronda va fatta subito e va fatta con i denari di Autostrade”. L’ex premier si sofferma poi abbondantemente sulla questione generale delle opere pubbliche. “Per favore: non facciamoci ridere dietro da mezza Europa. I vincoli dell’Unione europea non c’entrano nulla – scrive ancora -. Il ponte crolla in Italia, non a Bruxelles. Le opere pubbliche in Italia sono bloccate dai ritardi della burocrazia e dai veti di chi dice sempre no, dalla ’comitatite’. La flessibilità per fare le opere pubbliche c’è già. Bisogna fare ciò che è progettato e per i quali progetti i soldi ci sono già. A cominciare dalla Gronda, ma proseguendo con tutti gli impegni già presi dalla Tav agli aeroporti, dalle strade siciliane alle ferrovie calabresi”.
    Renzi rivolge poi un attacco al ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Danilo Toninelli. “Da quando è ministro – scandisce l’ex premier – tutti i grandi progetti sono stati bloccati. Se si bloccano i progetti, l’Italia crolla. Ed è ridicolo che il Movimento Cinquestelle si affanni a cancellare dal web (impossibile, peraltro) ogni traccia delle proprie contraddizioni. Dicevano no alla Gronda e definivano l’ipotesi del crollo del Morandi una favoletta. Non è una favoletta, è una tragedia”.