RISCHIO FALLIMENTO – IL DIRETTORE GENERALE DI ATAC LANCIA L’ALLARME: ‘SIAMO SEPOLTI DAI DEBITI’

    Intervistato dal ‘Corriere della Sera’, Bruno Rota, direttore generale Atac, si è lasciato andare a un lungo sfogo (al quale ha prontamente replicato Stefano Fassina), in merito alla situazione che vede l’azienda da lui diretta nell’occhio del ciclone: “In questi mesi ho preso progressivamente atto di una situazione dell’azienda assai pesantemente compromessa e minata, in ogni possibilità di rilancio organizzativo e industriale, da un debito enorme accumulato negli anni scorsi. Purtroppo conta poco che negli ultimi dodici mesi non sia aumentato ulteriormente il debito. Quando hai 1.350 milioni di debito sedimentato nel tempo, non hai risolto il problema quando non sale. Se non riesci ad abbassarlo, non ne vieni a capo. È una situazione di impossibilità a far fronte agli impegni, pericolosa”. Quanto poi al pagamento degli stipendi, ha aggiunto ancora il dg Atac, “anche questo mese ce la facciamo ricorrendo a misure eccezionali e chiedendo un impegno straordinario al Comune di Roma, che però non è ripetibile all’infinito. Sono misure tampone. Ripeto: bisogna avere il coraggio di affrontare la drammatica dimensione del debito che si trascina da tempo. Occorrono misure serie e immediate. Bisogna ripristinare un sistema di controllo sulle regole che pur ci sono ma che da tempo nessuno rispetta, per cui ognuno fa ciò che gli pare”. Una situazione drammatica della quale Rota afferma di averne partecipe anche il sindaco Raggi: “Le ho presentato mie idee operative precise – spiega – che ho elaborato in quattro settimane di analisi e di studio dell’azienda. Devo ringraziare il sindaco per l’attenzione e il sostegno che mi ha offerto”. In relazione infine ad eventuali tagli sulle spese del personale, Rota tiene a sottolineare che “il tema centrale oggi non è ridurre il numero dei dipendenti. Chi lo sostiene ora fa solo del terrorismo psicologico. Anzi i dipendenti in un certo senso mancano, visti i tassi di assenteismo consolidati nel tempo. Il tema è far lavorare di più e meglio quelli che ci sono. Oggi con questi tassi di assenteismo si fa fatica a coprire i turni”.
    M.