Rischio multa per gli istituti di credito italiani

    Sessione pericolosa per gli istituti di credito italiani, per le eventuali conseguenze del comunicato di vigilanza spedita dalla Bce al Monte dei Paschi il mese appena passato, e resa pubblica dalla banca di Siena venerdì a conclusione dei mercati, dove riappare nuovamente il fantasma della “calendarizzazione degli accantonamenti” per i tutti i crediti non performing, già evitata nel 2018 appena trascorso. Un provvedimento che, se entrerà in vigore per tutti i quasi 85 miliardi di euro di guai e incastri presenti nei resoconti degli istituti di credito italiani (cifra già calcolata in base agli accantonamenti stanziati) potrebbe far sì che il settore immetta una ventina di miliardi di nuovi acquartieramenti nei futuri sette anni, con taglio identico del patrimonio su cui si fondano i crediti nuovi e le operazioni commerciali di ogni banca. La questione è un preludio dell’esame denominato “Srep”, cui vengono ogni anno sottoposti gli istituti di credito italiani e con cui dopo avere calcolato pericoli, mosse, governance, accertamenti, la vigilanza concede ad ogni istituto una quota minima “ottimale” di beni. Nessuna novità. Se non che a Monte dei Paschi venerdì gli emmissari di Francoforte, nel ribadire la soglia di Total Srep capital requirement all’11% (anzi, in previsione l’ utile scende allo 0,2%), hanno consigliato la copertura totale di tutti i crediti complicati in essere, conducendola al 100% per il 2026. Una mossa che porta alla memoria – anzi le fa il verso – il primo tentativo dell’addendum sui crediti difficili che la sorveglianza dell’Ue aveva tentato di obbligare agli intermediari europei. Ma la scorsa estate Daniéle Nouy, responsabile del Meccanismo unico di vigilanza, era incorsa negli strali del Parlamento europeo, che l’aveva giudicata rea di oltrepassare la legge, di competenza di Bruxelles. Così quel primo accenno risolutivo dell’addendum, che contava di riportare a zero in due anni gli Npl privi di garanzie ed entro sette quelli assicurati dal patrimonio, fu rivista in estate concedendo ai soli flussi di denaro deteriorato la strategia degli accantonamenti rateali sino al 100%.