Roma, estorsione ed usura: confiscati beni per oltre 2mln di euro all’imprenditore Marongiu

    I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Roma hanno eseguito un provvedimento di confisca di veicoli, somme di denaro, orologi e gioielli di pregio appartenenti a Gavino Marongiu, detto Paolo, classe ’47. La sentenza della Corte di Appello capitolina ha confermato le accuse nei confronti dell’imprenditore romano, condannato in primo grado per i delitti di estorsione e usura, ordinando la confisca dei beni già sottoposti a sequestro preventivo perché di valore sproporzionato rispetto ai redditi leciti. Le attività investigative, svolte dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Roma e coordinate dalla locale Procura della Repubblica, sono state condotte attraverso indagini finanziarie e patrimoniali, perquisizioni, sequestri di documentazione, intercettazioni telefoniche, appostamenti e pedinamenti e hanno fatto emergere le prove della attività usuraria condotta dal Marongiu, anche mediante atti estorsivi e lesioni personali ai danni delle vittime. L’assoggettamento psicologico di queste ultime è testimoniato in modo lampante dall’episodio che ha visto protagonista un uomo, il quale, per sottrarsi alla “brutalità e aggressività” del malvivente, era fuggito all’estero dopo essere stato violentemente picchiato e costretto, per qualche giorno, a nascondersi. Il condannato – si legge nel provvedimento – dedito “all’affarismo illecito più sfrenato”, aveva minacciato un’altra vittima di “bucarle” un occhio e di tagliarle la testa, mostrandogli un seghetto, se non avesse restituito la somma prestata (circa 150.000 euro) e gli esosi interessi (con tassi anche del 255% all’anno). Il patrimonio oggetto di confisca è costituito da contanti, conti correnti, titoli, polizze assicurative, circa 100 tra orologi, diamanti e preziosi, una Ferrari modello Scaglietti, 2 motocicli (tra cui una Harley Davidson), per un valore totale superiore ai 2 milioni di euro.