ROMA, OPERAZIONE ANTIDROGA DELLA SQUADRA MOBILE DELLA QUESTURA IN DIVERSI QUARTIERI DELLA CAPITALE

    La Squadra Mobile della Questura di Roma, in data odierna, ha concluso una vasta ed articolata attività d’indagine, coordinata dalla locale DDA, che ha consentito di smantellare una organizzazione criminale dedita al traffico di sostanze stupefacenti. Nell’ambito dell’operazione antidroga denominata “FORTE E CHIARO”, sono state eseguite undici misure cautelari, emesse dal GIP del Tribunale di Roma su richiesta della locale DDA, per la violazione della legge sugli stupefacenti in concorso, a carico di altrettanti indagati per aver agito, in concorso tra loro, detenendo illegalmente ai fini di spaccio sostanza stupefacente del tipo cocaina. A seguito delle numerose perquisizioni eseguite anche nei confronti di soggetti gravitanti intorno allo stesso sodalizio, dediti allo spaccio al minuto della sostanza illecita, sono stati sequestrati vari bilancini, presse, materiale atto al confezionamento, sostanza da taglio ed armi tra cui un fucile a canne mozze con matricola abrasa e numeroso munizionamento. Le indagini hanno confermato l’operatività del gruppo criminale sul territorio capitolino con particolare riguardo ai quartieri di San Giovanni e Casilino (Villaggio Breda) dove l’attività di spaccio era più fiorente. Il ruolo  principale del sodalizio è rivestito da B.A.

    Nel corso dell’indagine, corroborata da intercettazioni telefoniche ed ambientali e da delicati e mirati servizi, sono stati raccolti numerosi ed importanti elementi probatori a carico dell’organizzazione criminale. E’ stato accertato come il B.A. abbia acquistato la sostanza illecita prediligendo il canale calabrese di approvvigionamento per poi  immetterla sul mercato romano.

    Infatti lo stesso, unitamente al fidato sodale C. R., aveva organizzato una compravendita di un ingente quantitativo di sostanza stupefacente che dalla Calabria doveva giungere a Roma gestendone tutte le fasi sino a parteciparvi attivamente durante il trasporto “staffettando” il carico, materialmente trasportato dai corrieri romani da lui stesso reperiti ed arrestati in corso di indagine.

    Reperita la sostanza stupefacente il B.A., poi, provvedeva ad individuare esperti e fidati collaboratori affidando loro il compito di pusher di zona che, con un sistema a cascata, affidavano a loro volta lo spaccio al minuto ai loro “cavalli”.