“Le braccia tese a Acca Larentia sono una chiara apologia del fascismo, il ministro Piantedosi, che è stato anche prefetto di Roma, dovrebbe intervenire e chiedere se sono stati identificati gli autori. È impensabile che in una democrazia europea vengano compiuti volutamente gesti che si richiamano all’apologia del fascismo”.
Così il Consigliere regionale del Lazio e responsabile Welfare di Azione, Alessio D’Amato, sulla ricorrenza romana del 7 gennaio del 1978 quando, per l’appunto, a Roma, a seguito di un agguato ‘politico’, venero assassinati due attivisti del Fronte della Gioventù, mentre un terzo, morì invece nel corso degli scontri con le forze dell’ordine, scoppiati durante una manifestazione di protesta. Si tratta di quella che è stata ribattezzata la Strage di Acca Larentia, dal nome della via della Capitale dove si trovava la sede del Movimento Sociale Italiano davanti alla quale morirono i tre giovani.
Max