Sanremo al via, con Baglioni Bisio e Raffaele

    Presentata ufficialmente la 69° edizione del festival della canzone italiana di Sanremo. Per la seconda volta Baglioni direttore artistico: con lui Bisio e Virginia Raffaele.
    Dopo lo straordinario successo della scorsa edizione in cui il cantautore romano si era presentato in punta di ironia come ’dittatore’ artistico del festival di Sanremo andando, forse per alcuni un po’ a sorpresa, a raccogliere consensi di audience e di interesse pubblico forse insperati (e comunque addirittura superiori a quelli del guru Carlo Conti), Claudio Baglioni rilancia la sfida e si propone, questa volta, come ’dirottatore’ di Sanremo.
    L’idea, come ha detto lo stesso direttore artistico di Sanremo alla sua esperienza bis consecutiva al teatro Ariston, è quella di condurre la kermesse musicale verso la centralità della musica sulla scia di quanto di buono fatto nella edizione numero 68.
    Proprio la numerologia di Sanremo è stata al centro della presentazione del cast della conduzione del festival di Sanremo stesso, che vedrà accanto all’autore di ’Questo piccolo grande amore’ un duo brillante e frizzante. Claudio Bisio e Virginia Raffaele affiancheranno Claudio Baglioni, direttore artistico del Festival di Sanremo nella edizione numero 69 che, al di là dei giochini e delle battute , come ha accennato Baglioni, riporta a un senso di equilibrio e di capovolgimento, con sempre la musica al centro.
    Per Baglioni e il suo Sanremo sono già arrivati i primi assensi in positivo: dalla critica musicale che ha apprezzato la scelta dei 24 artisti in gara, pescati dal dirottatore di Sanremo in una fetta ampissima di generi che spazia dal rap e arriva al melodico passando dal rock come forse mai prima d’ora, alla scelta dei suoi partner di palco. Bisio e Virginia Raffaele, oltre all’ovvio trasformismo e alla briosità, promettono di condurre il Sanremo 2019 verso un lido di spensieratezza e di sorriso, e di giocare molto con un artista poliedrico come Baglioni, ormai anni luce lontano dalla introspezione dei suoi primi anni di carriera, quando veniva soprannominato Agonia.