SAREBBE SOLO UN CASO CHE I TERREMOTI PEGGIORI AVVENGONO PERLOPIÙ DI NOTTE. EPPURE, RIPERCORRENDONE L’INCIDENZA SONO RARISSIMI QUELLI DIURNI

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    Una domanda che, specie alla luce del precedente drammatico sisma dell’Aquila, da giorni continua a rimbalzare ovunque, dai bar ai social: perché i terremoti avvengono di notte? Quest’ultimo terremoto è avvenuto alle 3.36 del 24 agosto; quello del 6 aprile 2009, all’Aquila, si è verificato alle 3.32. Così come il sisma che sventrò l’Emilia Romagna il 20 maggio del 2012, sopraggiunse intorno alle 4.04. Secondo il sito laleggepertutti.it (ma non parliamo di sismologi o geologi), l’ora notturna in cui si sono verificati i più disastrosi terremoti degli ultimi anni è solo e soltanto una casualità. I terremoti hanno origine a chilometri di profondità sotto la crosta terrestre, dove fenomeni superficiali come la temperatura o l’alternarsi del giorno e della notte non hanno alcuna influenza. Nessun orologio geologico, quindi, ma unicamente una verità scientificamente provata: l’incidenza notturna dei terremoti sarebbe dovuta solamente al caso. Andando indietro nel tempo, in effetti, la situazione, dal punto di vista cronologico non cambia di molto: sisma dell’Irpinia e della Basilicata (23.11.1980): ore 19.34; sisma del Friuli Venezia Giulia (06.05.1976): ore 21.00; sisma di Messina (28.12.1908, il più drammatico della storia italiana): ore 4.20; sisma della Calabria (tra Cosenza e Nicotera, 08.09.1905): ore 1.43. Come si può notare, tutti i terremoti in questione si sono verificati in orario notturno o, comunque, serale. Certo, è indubbia la componente psicologica: i terremoti notturni creano un impatto emotivo molto più forte, anche perché nelle ore notturne si ha la sensazione di non poter avere la situazione sotto controllo data la scarsa visibilità.

    M.