SENSAZIONALE SCOPERTA DEGLI SCIENZIATI ITALIANI DELL’INMI LAZZARO SPALLANZANI: SCOMPARSO NEL SANGUE IL VIRUS EBOLA RIMANE PER 5 GIORNI NEI POLMONI DEL PAZIENTE

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    Una scoperta importante quella avvenuta ad opera degli scienziati italiani dell’Inmi Lazzaro Spallanzani:  per la prima volta sono state individuate tracce di replicazione del virus Ebola nei polmoni di un paziente in via di guarigione. Praticamente, i marker di replicazione virale, si è scoperto che rimangono nei polmoni per almeno 5 giorni dopo che il virus non è più rilevabile nel sangue. Lo studio, pubblicato su ’Plos Pathogens’, è stato realizzato in collaborazione con i colleghi dell’University College a Londra (GB), del Friedrich-Loeffler-Institut Riems (Germania) e dell’Université Laval, Quebec (Canada). La scoperta potrebbe essere utile nella messa a punto di trattamenti più efficaci contro questa malattia mortale e nella comprensione dei meccanismi di trasmissione del virus Ebola.  “Sono molto contenta di questi brillanti risultati dell’Istituto nazionale per le malattie Infettive, che in modo efficiente e con determinazione ha lavorato durante l’epidemia in tutti i Paesi coinvolti e in Italia – ha commentato con grande soddisfazione il ministro Lorenzin –  Le attività dell’Istituto sono confermate da circa 50 articoli pubblicati nelle più importanti riviste scientifiche, permettendo all’Italia di contribuire significativamente alle conoscenze sul virus Ebola”. Ricordiamo che l’epidemia di Ebola ha avuto effetti devastanti soprattutto nell’’Africa Occidentale dove, dal 2013 al 2016, ha causato 28.610 casi, tra cui 11.308 morti. Il team di Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dell’Inmi Lazzaro Spallanzani, ha tracciato la presenza di materiale genetico del virus in polmoni e sangue di un paziente durante il trattamento e il ricovero. Si trattava “di un operatore sanitario proveniente dall’Africa Occidentale e curato a Roma”, si legge nello studio. Sono due i pazienti trattati con successo a Roma dal team dell’Inmi Spallanzani: il medico di Emergency Fabrizio Pulvirenti, i cui 39 giorni di ricovero sono stati descritti sul ’BMC Infectious Diseases’; e l’infermiere di Emergency Stefano Marongiu, infettatosi in Sierra Leone e dimesso dopo 28 giorni di ricovero. “Non possiamo dire a quale paziente si riferiscano i dati. Tutti e due, comunque, ora stanno bene”, si limita a dire Ippolito all’Adnkronos Salute. “Abbiamo dimostrato una lunga persistenza dei marker di replicazione del virus Ebola nel tratto respiratorio, rispetto al plasma – commenta Ippolito – Questi risultati suggeriscono un ruolo importante del tratto respiratorio nella patogenesi della malattia da virus Ebola e potrebbero avere nuove implicazioni nelle procedure di prevenzione e nelle misure di controllo, specialmente per gli operatori sanitari e le famiglie, i quali sono i primi a fornire cure dirette e indirette ai pazienti affetti dal virus. Inoltre aumentano anche le preoccupazioni riguardo al rischio della trasmissione interumana e al bisogno di ridisegnare le misure di prevenzione della malattia”.