SIRIA – USA SMENTISCONO ACCORDO CON LA RUSSIA: ’L’IS NEL MIRINO 2 VOLTE SU 57 RAID EFFETTUATI’, DICHIARA IL PRIMO MINISTRO TURCO

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    “La Russia sta seguendo una strategia sbagliata e continua a colpire obiettivi non Is. E’ un errore”, Ashton Carter, segretario alla Difesa Usa, nell’ambito della conferenza stampa a Roma con il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, ha seccamente smentito le voci di un accordo trovato: “Non cooperiamo con la Russia perché sta continuando a seguire una strategia errata. L’unica forma di collaborazione riguarda il canale aperto di comunicazione per garantire la sicurezza dei piloti che prendono parte alla campagna aerea nei cieli della Siria”. Intanto va via via sempre più in crescendo l’attività bellica dei russi che hanno addirittura lanciato una ’gragnuola’ di missili ’contro obiettivi dell’Is, dalle navi militari di stanza nel mar Caspio. Di tutt’altra opinione l’Osservatorio siriano per i diritti umani, ong con sede in Gran Bretagna legata agli attivisti delle opposizioni siriane, che ha dato notizia di “scontri” tra lealisti – con la copertura di raid aerei russi – e ribelli nel nordest del Paese e nel Rif di Hama dopo un attacco delle forze del regime contro postazioni dei ribelli. L’Osservatorio riferiva di “pesanti bombardamenti dei caccia russi e del regime” nel Rif di Hama. “Oltre all’impiego dell’aeronautica per distruggere i militanti, sono state coinvolte navi della Flotta del Caspio dalla base della Marina di Kalibr: quattro cacciatorpediniere hanno lanciato 26 missili cruise contro undici obiettivi e tutti sono stati distrutti”, ha detto il ministro della Difesa russo, Shoigu, in un intervento trasmesso dalla televisione Rossiya-1. A quanto sembrerebbe, ’appena’ due raid russi su 57 effettuati in Siria hanno colpito obiettivi dei jihadisti del sedicente Stato Islamico (Is) ha denunciato Davutoglu, alla tv turca. Il primo ministro ha aggiunto che nelle restanti operazioni sono stati colpiti i ribelli “moderati”, gli unici a combattere contro l’Is nel nordovest della Siria.Intanto gli ufficiali dell’esercito di Ankara sono ’’pronti a incontrare’’ le loro controparti di Mosca per avere ’’spiegazioni’’ sulle recenti violazioni dello spazio aereo turco da parte di aerei militari russi e per trovare le misure atte a evitare ulteriori incidenti simili. Come ha spiegato il portavoce del ministero degli Esteri turco Tanju Bilgic, l’ambasciatore russo ad Ankara, Andrey Karlov, è stato invitato per discutere proprio di questo. I militari turchi sono pronti ad ascoltare i militari russi ad Ankara per ’’sentire le loro spiegazioni sulle violazioni e le misure che intendono adottare per evitare il ripetersi di simili incidenti’’, ha detto anche Bilgic precisando che non è nell’agenda dei colloqui la creazione di un ’’gruppo di lavoro’’ sulla questione tra Ankara e Mosca. La Turchia non vuole che dal conflitto in Siria nasca una crisi tra la Russia e la Nato né una disputa tra Ankara e Mosca, ha dichiarato il premier Ahmet Davutoglu, avvertendo comunque che la Turchia – membro dell’Alleanza – non scenderà a compromessi sulla sicurezza dei suoi confini e del suo spazio aereo. Le parole di Davutoglu, trasmesse dalla tv turca, arrivano dopo che ieri il presidente Recep Tayyip Erdogan aveva messo in guardia Mosca affermando che “se la Russia dovesse perdere un’amica come la Turchia, con cui ha collaborato molto, perderebbe moltissimo”. Nuove violazioni dello spazio aereo turco da parte dei caccia russi impegnati in Siriaverranno considerate una “minaccia” per la Turchia, ha detto oggi Omer Celik, portavoce del Partito Giustizia e Sviluppo (Akp) del presidente turco Recep Tayyip Erdogan e del premier Ahmet Davutoglu.

     

     L’unica forma di collaborazione, ha chiarito il segretario alla Difesa statunitense, riguarda il “canale aperto” di comunicazione per garantire la sicurezza dei piloti che prendono parte alla campagna aerea nei cieli della Siria. Intanto gli ufficiali dell’esercito di Ankara sono ’’pronti a incontrare’’ le loro controparti di Mosca per avere ’’spiegazioni’’ sulle recenti violazioni dello spazio aereo turco da parte di aerei militari russi e per trovare le misure atte a evitare ulteriori incidenti simili. Come ha spiegato il portavoce del ministero degli Esteri turco Tanju Bilgic, l’ambasciatore russo ad Ankara, Andrey Karlov, è stato invitato per discutere proprio di questo. I militari turchi sono pronti ad ascoltare i militari russi ad Ankara per ’’sentire le loro spiegazioni sulle violazioni e le misure che intendono adottare per evitare il ripetersi di simili incidenti’’, ha detto anche Bilgic precisando che non è nell’agenda dei colloqui la creazione di un ’’gruppo di lavoro’’ sulla questione tra Ankara e Mosca. La Turchia non vuole che dal conflitto in Siria nasca una crisi tra la Russia e la Nato né una disputa tra Ankara e Mosca, ha dichiarato il premier Ahmet Davutoglu, avvertendo comunque che la Turchia – membro dell’Alleanza – non scenderà a compromessi sulla sicurezza dei suoi confini e del suo spazio aereo. Le parole di Davutoglu, trasmesse dalla tv turca, arrivano dopo che ieri il presidente Recep Tayyip Erdogan aveva messo in guardia Mosca affermando che “se la Russia dovesse perdere un’amica come la Turchia, con cui ha collaborato molto, perderebbe moltissimo”. Nuove violazioni dello spazio aereo turco da parte dei caccia russi impegnati in Siriaverranno considerate una “minaccia” per la Turchia, ha detto oggi Omer Celik, portavoce del Partito Giustizia e Sviluppo (Akp) del presidente turco Recep Tayyip Erdogan e del premier Ahmet Davutoglu. “La Russia è un Paese amico, non un nemico. Ma se continueranno le violazioni, le considereremo una minaccia e faremo tutto il necessario per eliminarle”, ha detto Celik, citato dall’agenzia di stampa turca Dogan. Solo due raid russi su 57 effettuati in Siria hanno colpito obiettivi dei jihadisti del sedicente Stato Islamico (Is) ha denunciato Davutoglu, in dichiarazioni trasmesse dalla tv turca. Il primo ministro ha aggiunto che nelle restanti operazioni sono stati colpiti i ribelli “moderati”, gli unici a combattere contro l’Is nel nordovest della Siria. La Russia ha quindi accettato la proposta del Pentagono per il coordinamento delle operazioni militari contro l’Is in Siria, ha reso noto il portavoce del ministero della difesa russo Igor Konashenkov. “La proposta che è stata esaminata rapidamente può essere accolta per essere attuata. Abbiamo bisogno di precisare dettagli tecnici che saranno discussi in giornata da esperti del ministero russo e del Pentagono”, ha spiegato Konashenkov, citato dalle agenzie russe. I raid di Mosca in Siria hanno preso il via mercoledì scorso. “Aspettiamo una risposta formale dalla Russia e di conoscerne i dettagli. Siamo disposti a incontrarci ancora il prima possibile per proseguire le nostre precedenti discussioni”, aveva detto ieri il portavoce del Pentagono Peter Cook mentre, da Sigonella, dove si trovava in visita sempre ieri, il segretario della difesa americano Ashton Cater, non nascondeva l’irritazione per le azioni degli aerei russi. “Continueremo a fare ciò che stiamo facendo. Quello che stanno facendo loro non solo è sbagliato, è un passo indietro”, aveva dichiarato, rivolgendosi ai militari americani. “Malauguratamente il coordinamento proposto (dagli americani, ndr) è ridotto ai soli aspetti tecnici, ovvero a un coordinamento fra i nostri piloti durante le loro missioni”, aveva dichiarato ieri il vice ministro della difesa russo Anatoli Antonov, dopo aver incontrato gli attache militari delle ambasciate di diversi paesi, inclusi gli Stati Uniti. Lo stato maggiore russo, aveva aggiunto, sostiene “in principio” la proposta degli americani. “Sarebbe meglio se i nostri colleghi venissero da noi per discutere di tutti i problemi faccia a faccia, qui, al quartier generale del ministero della difesa”, aveva aggiunto il vice ministro auspicando che nel secondo contatto il Pentagono risponderà alle proposte di Mosca. Lo scorso primo ottobre c’era stata una prima riunione in video conferenza fra funzionari dei ministeri della difesa di Russia e Stati Uniti, colloqui di ’deconfliction’, come dicono gli americani, per discutere cioè dell’”impiego sicuro delle forze aeree in Siria”, come ha spiegato Antonov. Gli americani non avevano nascosto che non c’erano stati risultati e che da allora una loro richiesta per un nuovo incontro era rimasta senza risposta.