SOLIDALI ALLE DONNE VITTIME DI VIOLENZE E PREVARICAZIONI, NASCE ’FEMANONFATAL’, ALTER EGO ROSA DI ANONYMOUS

    “Per troppo tempo siamo state costrette a stare dietro le spalle di chi riteneva di poter controllare la nostra voce per dirci come parlare, cosa indossare e con chi andare a letto, come votare, cosa definisce essere una donna e cosa l’uguaglianza. Non ci hanno mai visto come pari! Ci hanno messo a tacere, difendendosi pubblicamente e organizzando panel per parlare del nostro diritto riproduttivo e dei nostri corpi”. Così si sono presentate, attraverso un messaggio, le ’FemAnonFatal’, una sorta di ‘costola femminile’ del più noto gruppo di hacker ‘Anonymous’. Lo ha reso noto il portale ’Difesa & Sicurezza’, spiegando che ‘FemAnonFatal’ nasce in solidarietà con le donne di tutto il mondo che sono state costrette a subire violenze, ingiustizie e prevaricazioni: “Issiamo la bandiera delle nostre sorelle in tutto il mondo, in solidarietà con le donne che hanno combattuto, che sono state processate e sono morte affinché noi oggi avessimo una voce – si legge ancora nel messaggio – Per le donne che stanno fianco a fianco nelle proteste e nei raduni, che si educano e si sostengono a vicenda; che combattono per la stessa paga e il diritto di scegliere, che comprendono la lotta per l’infanzia e la scelta di non avere figli. Chi non le vittimizza ma elogia loro coraggio a parlare, chi ascolta, chi combatte, chi è disinteressato e aperto – aggiunge il cybergruppo di hacktiviste -. Per ogni ragazza e ogni donna in tutto il mondo che conosce la lotta della femminilità. Donne che sono costrette a sposarsi, essere stuprate, molestate. Che vivono con traumi di mutilazioni genitali. Ne abbiamo abbastanza di quelli che hanno ingabbiato le donne nelle cantine per il turismo sessuale. Che ci hanno venduto come proprietà nella pubblicità o nell’industria del sesso, di coloro che vedono la donna solo come servitrici delle loro fantasie o programmi sessuali. Di quelli che ci temono e quindi ci picchiano e ci fanno tacere. Che pensano che questo sia tutto ciò che serve per essere un uomo, che usano la loro mascolinità per stuprare, mutilare, torturare e controllare le donne. Di quelli che depredano i bambini e i fragili”. Ma le cyber hacktiviste tengono soprattutto ad essere identificate come un collettivo: “Non un singolo movimento. Non è un posto per l’auto promozione. Né per l’odio, ma per la sorellanza. È per alimentare la rivoluzione, il nostro obiettivo è un’unica voce per unirne molte. Il tempo è oggi”.
    M.