SPARA ALLA MOGLIE E SI BARRICA IN CASA CON LE DUE FIGLIE CHE POI UCCIDE PRIMA SI SUICIDARSI

    Una vicenda tragica e dolorosa, conclusasi nel peggior modo possibile, che per diverse ore ha tenuto col fiato sospeso il Paese intero. Un dramma umano che ancora volta trae origine dal forte trauma emotivo che puntualmente accompagna la fine di un amore. Stamane il 43enne Luigi Capasso, appuntato dei carabinieri in servizio alla stazione di Velletri, si è recato a Cisterna di Latina dove, con le figliolette di 8 e 14 anni, viveva la moglie, dalla quale si stava separando. La donna, Antonietta Gargiulo di 39 anni, era nel garage prossima a recarsi allo stabilimento della Findus, dove lavora. Non sappiamo se tra i due vi sia stato un violento alterco ma, quel che è certo, che a quell’ora (erano le 5 del mattino), i tre colpi di arma da fuoco esplosi dal militare hanno letteralmente buttato giù dal letto l’intero vicinato. Mentre sul luogo, avvisate dai vicini, sopraggiungevano sia le forze dell’ordine che i soccorritori del 118, l’uomo ne ha approfittato per barricarsi in casa, dove dormivano le due figlie. Nel frattempo, ferita alla mandibola, alla scapola e all’addome, la 39enne è stato dapprima soccorsa nel garage e poi trasportata d’urgenza all’ospedale San Camillo di Roma, in prognosi riservata. Sul luogo sono giunti anche i colleghi di Capasso, increduli per quanto accaduto. Vista la drammaticità della situazione, fin da subito Gabriele Vitagliano, comandante provinciale dei Carabinieri di Latina, ha affermato ai cronisti presenti: “Temiamo per il peggio. L’uomo è ancora barricato, sta colloquiando con i negoziatori. La situazione non è facile”. A preoccupare tutti infatti era la presenza delle due ragazzine in casa con l’appuntato ormai fuori di testa. Oltretutto, nella confusione, alcuni vicini avevano riferito di ’possibili’ spari uditi successivamente a quelli esplosi contro la donna. Un elemento che lasciava ulteriormente allibiti, temendo per la sorte delle bambine. “Il primo compito dei negoziatori – aveva infatti spiegato il comandante – è proprio capire e aiutare le bambine”, spiegando che si stava cercando di trattare con il 43ene attraverso “argomenti non pertinenti per aprire un canale comunicativo” con Capasso. Sulle prime si era pensato anche ad un’incursione dei corpi speciali, appostati all’interno del residence ’Collina dei Pini’, a ridosso della palazzina dove al secondo piano era in atto la tragedia. Un successivo sparo, ed il silenzio seguito hanno infine indotto i carabinieri a tentare il tutto per tutto. L’irruzione ha però soltanto potuto verificare l’avvenuta tragedia: i corpi inermi delle due bambine e quello di Luigi Capasso, suicidatosi…
    M.