Stime Fmi: l’opposizione contro il governo

    Mentre Salvini, Tria e Di Maio lanciano stoccate al Fmi, l’opposizione prende spunto dalle stime negative per scagliare critiche. L’opposizione analizza i dati al ribasso che il Fondo Monetario Internazionale ha divulgato in merito all’Italia per criticare il governo.
    La stima pessimistica del Fmi è del resto un amo troppo invitante per diverse forze anche lontane tra di loro politicamente. Ma l’opposizione non conosce colori: dunque inizia il centrodestra con la vice presidente della Camera e deputata di Forza Italia Mara Carfagna la quale chiede alll’esecutivo di «cambiare radicalmente le sue ricette economiche» a seguito di un «crollo» della crescita «che avrà un impatto sul mercato del lavoro e che rischia di essere ulteriormente aggravato dalle nuove tasse». Anche Brunetta critica ricordando che «la minor crescita comporta che il rapporto deficit/Pil per il 2019 dovrebbe aumentare al 2,4%, ovvero oltre l’obiettivo fissato dalla Commissione».
    Non è da meno il centrosinistra. A commentare i dati del Fmi è ad esempio il senatore dem Ernesto Magorno tramite twitter. «Anche il Fmi taglia le stime di crescita dell’Italia. Fa paura l’atteggiamento del governo che invece di prendere atto della gravità della situazione riesce solo a rispondere con la teoria di Di Maio secondo cui un boom economico è dietro l’angolo. Aprite gli occhi e fermatevi!», si legge nel post.
    Tutto questo va dunque a far da contro altare a quanto, immediatamente dopo le stime in negativo del Fmi, si erano espressi i principali leader del governo giallo verde. «L’Italia minaccia e rischio per l’economia globale? Piuttosto è il Fmi che è una minaccia per l’economia mondiale, una storia di ricette economiche coronata da previsioni errate, pochi successi e molti disastri», aveva detto Matteo Salvini. Il suo collega e vicepremier, Luigi Di Maio, il 18 gennaio aveva invece parlato in questi termini: “Non è la prima volta, sono diversi anni che non ci prende”, aveva ironicamente attaccato il ministro. E sul Fmi, aveva aggiunto: «Non arretriamo, di fronte a chi addirittura definisce l’Italia una delle cause della recessione economica. Non lo possiamo accettare. Se pensano che con qualche dato possano scoraggiarci si sbagliano: indietro non si torna».