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Studio su 3 anni di pandemia in Italia: “Prove forti che l’eccesso di morti sia per Covid”

(Adnkronos) – Il tema è quello su cui si è consumato uno dei dibattiti più accesi fra gli esperti: i morti che abbiamo registrato ufficialmente in Italia e che continuiamo a registrare sono in effetti attribuibili tutti quanti al Covid? Sono morti per o con il virus? Su queste domande si sono confrontate visioni opposte: chi sostiene che il dato dei morti Covid sia una sovrastima, nel senso che ne stiamo contando più di quelli che in realtà sono i numeri reali – più bassi – delle vittime del virus, e chi invece sostiene che il bilancio sia sottostimato, cioè che i morti Covid reali siano molti di più. Uno studio tenta di fare chiarezza. Pubblicato sulla rivista di settore ‘Mathematical Biosciences and Engineering’, dopo alcuni mesi di peer review, il lavoro porta la firma del matematico Marco Roccetti, ordinario di Informatica all’Università di Bologna.  

L’esperto ha sovrapposto l’andamento dell’eccesso di mortalità per tutte le cause rilevato negli anni 2020, 2021 e 2022 (quest’ultimo fino a ottobre, ultimi dati disponibili quando è stato condotto lo studio) con l’andamento dei decessi ufficiali Covid registrati nelle diverse ondate vissute dal nostro Paese. Risultato: “C’è una coincidenza temporale quasi perfetta – spiega all’Adnkronos Salute – Abbiamo messo in trasparenza” una sull’altra “le curve dell’eccesso di mortalità e dei morti ufficialmente definiti morti per Covid. Ebbene, i momenti in cui l’Italia ha avuto il picco di eccesso di mortalità risultano essere gli stessi in cui si è registrato il picco di morti Covid. In media la distanza tra i due picchi concomitanti è di soli 6 giorni, con una deviazione standard a sua volta molto bassa (2). Su sei picchi nella curva dell’eccesso di mortalità per tutte le cause nei 3 anni di pandemia, cinque sono praticamente concomitanti con i picchi di morti di Covid”.  

Questa si pone come “una prova forte del fatto che gli eccessi di mortalità in Italia nel periodo 2020-22 siano stati causati principalmente dai morti di Covid”, osserva Roccetti. Entrambe le posizioni che si sono confrontate – quella che propende per una sovrastima e quella che propende per una sottostima – pongono “dubbi legittimi – puntualizza il matematico – Il virus è stato mortale soprattutto nei confronti della popolazione anziana ed è giusto chiedersi se a porre fine a queste vite sia stato il sopravvenire del coronavirus Sars-CoV-2 oppure se ci fossero già le condizioni e quindi il Covid non è stato la causa determinante. D’altro canto, anche chi sostiene la posizione opposta, e cioè che soprattutto nelle prime ondate i morti Covid siano stati anche di più di quelli censiti, lega questa riflessione al fatto che ci sono stati anziani morti in casa senza aver fatto un tampone che potrebbero essere finiti nel conteggio dei decessi generici non legati al Covid. Se si affronta la questione da questo punto di vista non se ne esce”.  

L’Italia, fa notare Roccetti, “continua purtroppo a vantare in senso cumulativo – cioè se contiamo i decessi dall’inizio del 2020 fino ai giorni nostri – un record negativo: il dato della totalità di morti per Covid ufficiale è tra i più alti del mondo, stiamo parlando di circa 3.100-3.200 morti per milioni di abitanti. Sono numeri che come noi hanno Paesi come gli Stati Uniti o il Regno Unito. Mentre altre nazioni europee e non solo europee hanno numeri più bassi. Questo è il punto di partenza. Su cui si innesta la domanda: abbiamo contato bene?”.  

Nello studio il matematico ha pensato di guardare un parametro statistico che calcola l’Istat ogni anno (viene calcolato mese per mese, settimana per settimana e vengono date anche le cifre finali sull’anno), cioè l’eccesso di mortalità per tutte le cause, lo scostamento eventuale che si crea fra il numero di tutti i cittadini italiani morti in un determinato anno e l’andamento di questo dato negli anni precedenti. “Come è noto, se ci riferiamo al 2020 abbiamo avuto su base annua più morti rispetto a quelli che ci saremmo aspettati” sulla base dei 5 anni precedenti, “nell’ordine del 15,6%. L’anno successivo, il 2021, questa percentuale era di quasi il 10% (9,8%) e nel 2022 un eccesso di mortalità si è rilevato, ma la percentuale dovrebbe essere ancora più ridotta. Nello studio i grafici mostrano che gli andamenti delle curve esaminate da Roccetti sono molto simili.  

“Ecco – osserva – questo studio dimostra quindi sostanzialmente che c’è un’alta correlazione tra l’eccesso di mortalità quando va al suo picco e il picco appunto di morti Covid. E questa correlazione è un indizio, una prova forte a favore di coloro che dicono che l’eccesso di mortalità registrato nel nostro Paese è soprattutto causato dai morti per Covid, sennò questo eccesso di mortalità si vedrebbe in un altro periodo”. Dal lavoro emerge anche un altro aspetto interessante: “C’è un momento di discontinuità: quello in cui parte Omicron. Quando Omicron inizia a diventare davvero sieroprevalente, le curve iniziano veramente ad abbassarsi e, a parte il picco estivo osservato, da lì in poi sia le curve di eccesso di mortalità generale che quelle dei morti Covid si riducono”. “Si è creato questo momento” di rottura “che parzialmente a mio parere è dovuto alle vaccinazioni e parzialmente al fatto che ci siamo ormai in grandissima parte infettati”.  

Prossimo passo della ricerca? “Mi sono chiesto – rimarca Roccetti – se questa correlazione si sia verificata solo in Italia. Quindi ho cominciato ad analizzare anche i dati di altri Paesi e ho iniziato già a trovare prove evidenti del fatto che in quei Paesi che hanno avuto un’alta mortalità per Covid – come Stati Uniti e Inghilterra, tutte realtà molto diverse tra loro – si ritrova la stessa sovrapposizione dei picchi dell’eccesso di mortalità generale e dei picchi di morti per Covid. In altri Paesi che ho già analizzato, come Germania, Spagna, Francia, con valori di mortalità più bassi, invece non ritrovo più questa relazione, quella coincidenza temporale tra i picchi delle due curve. E’ come se si sfalsasse”.  

E’ importante continuare ad analizzare l’andamento dei morti Covid e approfondire le cause e ogni aspetto. “Noi – fa notare l’esperto -continuiamo ad avere 70 morti al giorno e alla fine, se continuiamo così per un po’ di anni, che ci piaccia o non ci piaccia, il Covid potrebbe diventare la terza causa di morte in un Paese vecchio come l’Italia.