SU BANKITALIA IL GOVERNO SAPEVA ED ERA D’ACCORDO

    “La mozione parlamentare – spiega – non solo era nota al governo, ma come sa chi conosce il diritto parlamentare questa mozione prevedeva che il governo desse un parere. Che c’è stato. Ed è stato positivo. L’esecutivo è composto da persone serie, non danno parere positivo senza sapere di cosa stanno parlando. Dunque: è evidente che il governo sapesse e che anche fosse d’accordo”. Ha tenuto a ribadirlo con chiarezza il segretario del Pd, nel corso di un’intervista rilasciata a ’Qn-Il resto del Carlino’: “Il governo non era semplicemente informato: era d’accordo”. Del resto, il polverone sollevato dalla mozione che dal Nazareno ha finito per offuscare i piani alti di via Nazionale, ha soprattutto rappresentato la miccia che ha riacceso le polveri interne agli stessi dem. La vicenda Bankitalia ha infatti risvegliato l’orgoglio di molti ’senior’ del partito, non ultimo, quello del presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano. E nel bailamme di esternazioni e punti di vista, Matteo Renzi cerca ora di gettare acqua sul fuoco: “Mi spiace per le polemiche di Veltroni e Napolitano e di tutti gli altri, anche se rispetto la loro opinione. Ogni discussione aiuta a crescere, ma rimango stupito nel vedere reazioni così dure a un semplice atto parlamentare. Noi rispetteremo qualunque scelta verrà fatta dalle autorità preposte sul nome del prossimo governatore. Auspico che scelgano la persona migliore: se il governo riterrà che la persona migliore sia l’attuale governatore, ne prenderemo atto. Ma il rispetto istituzionale – puntualizza il segretario del Pd – non significa non chiedere chiarezza rispetto a ciò che è successo. Noi abbiamo la coscienza a posto, spero che tutti possano dire lo stesso”.
    M.