Svelati accordi tra Lussemburgo e le multinazionali, polemiche su Junker – di Francesco Riva

    jean_claude_juncker--621x414.jpgUn’inchiesta del The International Consortium of Investigative Journalism (ICIJ) ha portato alla luce oggi, 6 novembre, 28.000 pagine di documenti riguardanti accordi fiscali molto agevolati, in alcuni casi l’aliquota fissata sui profitti esteri era inferiore dell’1%, tra il Lussemburgo e numerose multinazionali (Pepsi, Ikea, Amazon, FedEx…) tra cui vari gruppi nostrani (Finmeccanica, IntesaSanPaolo, UniCredit, Banca delle Marche…).

    Si è parlato di “Un’emorragia di fondi, perfettamente legale, che sottrae risorse dall’economia del resto dell’Ue” in quanto parte dei capitali dei gruppi più rilevanti nel mondo venivano tassati irrisoriamente a discapito degli erari statali internazionali

    “Il sistema fiscale lussemburghese è concorrenziale – non c’è nulla di illegale o di scorretto in questo”, ribatte però Nicolas Mackel, responsabile delle Finanze in Lussemburgo. La difesa incentrata sulla legalità e legittimità delle politiche finanziare lussemburghesi è stata corroborata dal premier Xavier Bettel “Le nostre pratiche fiscali sono conformi alle norme di diritto internazionali”.

    Lo scandalo, infatti, piuttosto che colpire il GranDucato rischia di gettare qualche ombra su Jean-Claude Junker,autorità politica e finanziara degli ultimi 20 anni della storia lussemburghese, neo-presidente di quella Commissione Europea che da sempre combatte contro i paradisi fiscali.

    Marine Le Pen, infatti, “di fronte a questo scandalo internazionale, che pone problemi etici, morali e politici” già chiede le dimissioni del presidente della Commissione Europea insediatosi appena cinque giorni fa.