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Terence Hill ci lascia: a ‘Don Matteo’ succederà il Don Massimo di Raoul Bova: “Spero sia una staffetta vincente”

Quando il grido “Stop” ha invaso il set, uno dei tanti che in questi anni hanno letteralmente assediato Spoleto, anziché levarsi un senso di soddisfazione per il lavoro portato a termine, la ‘scena’ si è invece letteralmente ammantata da un evidente senso di tristezza.

E già perché dopo oltre 20 anni di questa bellissima fiction, articolata da ben 250 episodi, come annunciato, per Terence Hill finisce qui.

Don Matteo ci lascia dopo averci insegnato l’importanza dei valori e della Fede nella vita

Dunque ‘Don Matteo’ ci lascia e con lui – aldilà dell’indiscussa bravura degli altri interpreti, Frassica in testa – gran parte della credibilità di questa ‘benedetta’ serie. Del resto, così come è stato per il suo ‘compare’, l’altrettanto amato Bud Spencer, nell’immaginario collettivo l’attore è ormai considerato da tutti ‘uno di famiglia’. Un volto amico e trasversale, capace di sedurre e conquistare più generazioni.

Sebbene gli anni abbiano in parte offuscato quello sguardo felino pronto a scattare, e quel sorriso ironico, lo smalto, il fisico, sono sempre gli stessi. Don Matteo, il curato con il chiodo che cavalca una bici d’epoca, ci ha abituati a risolvere anche i casi più intricati semplicemente guardando le persone ‘da dentro’. Ecco: l’anima, quell’elemento in più che, Terence fra i pochi, poteva opporre a chi guarda oltre l’estetica.

Il produttore: “Il suo mito ci proteggeva e ci permetteva di avere sempre l’affetto del pubblico”

Arroccato con la fedele troupe nella chiesa di Santa Eufemia, il produttore della serie, Luca Bernabei commenta questo momento che, sebbene previsto, non lascia certo emotivamente indifferenti: “È vero, Terence ci lascia ma vogliamo interpretare questa frase non in senso negativo ma anche e soprattutto in senso positivo. Vogliamo pensare all’eredità che Terence ci lascia in termini appunto di dedizione, fedeltà e soprattutto di amore per ‘Don Matteo’ e per tutti i telespettatori che in questi 20 anni ci hanno seguito. È in questa occasione che Lux Vide e Rai Fiction vogliono semplicemente dire: grazie a Terence Hill per la dedizione e la fedeltà con cui ha prestato il suo ‘mito’ a un personaggio che è entrato per 20 anni con gentilezza nelle case di tutti gli italiani, dando sempre una parola di speranza”, ha proseguito il produttore, riferendosi ad “Un uomo intelligente e umile che ha sempre messo al centro il lavoro di squadra e il suo amore per Don Matteo, la serie più amata dagli italiani. Grazie perché è stato come un grande padre che in questi anni ci ha permesso di crescere e di sbagliare… perché con il suo mito ci proteggeva e ci permetteva di avere sempre l’affetto del pubblico”.

Ecco Raoul Bova: “Il mio Don Massimo è stato scelto da Don Matteo, non un rimpiazzo ma un proseguo”

Nel frattempo, proprio nel giorno in cui viene ‘celebrato’ l’addio all’amato attore, ecco che la produzione ha ufficializzato il suo ‘erede’: Raoul Bova. Dopo aver confermato, annunciando che già da domani sarà sul set per le riprese della nuova stagione, Bova ha subito tenuto a precisare che “non è un rimpiazzo, ma si continua e”, tiene a precisare, “è lo stesso Don Matteo-Terence Hill ad avere scelto il suo successore, Don Massimo. Diciamo che Don Massimo come nome l’ho scelto io, ma c’è stata anche una dritta di Terence Hill”. Quindi Raoul ha rivelato che in realtà, già da giorni “era sul set, per respirare l’aria della lavorazione della serie”. Poi, sapendo di assumersi una forte responsabilità, l’attore azzarda: “Se posso fare un paragone sportivo è come la staffetta della 4×100. Mi sta per arrivare questo testimone a grande velocità e spero di prenderlo e arrivare a vincere come gli atleti della 4×100. Terence ha conquistato tanto per questa serie che è molto bella“.

Don Massimo riparte dal ‘chiodo’ di Don Matteo ma, ‘moderno’, lui non indosserà la tonaca nera

Purtroppo, come è ovvio che sia, se come dicevamo Don Matteo aveva una sua precisa caratterizzazione di prete ‘moderno’ ma con diversi elementi ‘classici e rassicuranti’ (la coppoletta, la tonaca, la bici nera), Don Massimo dovrà segnare il passaggio portando inevitabilmente una sua personalità. E qui il rischio cresce perché, a quanto sembra, Bova non indosserà l’abito talare, e già questo in parte ‘snaturalizza’ l’immagine dell’umile ma ‘familiare’ curato di provincia. Dal canto suo Bova rivela di aver ‘studiato’ il suo personaggio con l’aiuto di  “don Carlo”, che lo aiutato soprattutto  nel percorso, anche spirituale, di avvicinamento al personaggio per entrarci dentro e aprire il cuore e l’anima a queste situazioni. La magia di don Matteo, a dispetto della sua apparente semplicità – osserva l’attore – ha delle componenti molto importanti a livello di principi umani e di valori“.

Dal rassicurante ed affascinante Don Matteo al giovane e bello Don Massimo, non tradendo i buoni sentimenti

Insomma, dal prete maturo ed affascinante – ed al contempo rassicurante – ora si passa al prete giovane e bello (sembra un titolo di Calvino!), dunque insediato dalle ‘tentazioni’, e quindi maggiormente impegnato nel dover ‘convincere’ gli spettatori circa la sua convinta ‘vocazione’. Ora intanto, rimarca Bernabei, l’importante era quello di “dare al pubblico un personaggio positivo che possa far andare a letto le persone con una speranza in più”.

Bernabei: “Consapevoli dell’eredità di Terence, abbiamo il dovere di impegnarci ancora di più”

Ad ogni modo, tornando alle bellissime parole che il produttore ha voluto spendere per il grande Terence Hill, una toccante ‘raccomandazione’: “Oggi dobbiamo essere all’altezza del mito che non ci lascia ma come un padre ci guarda da lontano e ci osserva crescere. Consapevoli dell’eredità di Terence, abbiamo il dovere di impegnarci ancora di più e di portarla avanti con la massima dedizione e responsabilità. Lo dobbiamo ai milioni di italiani che guardano la serie e a Terence. A lui vogliamo dire ancora una volta… Grazie Terence Hill”.

Max