Torture ai migranti rimandati indietro, il video choc

    Tortura indescrivibile a parole e che solo l’orrore di immagini crudeli testimoniano nella loro interezza. Video girati dai moderni mercanti di schiavi, spesso per estorcere denaro alle famiglie o semplicemente per il loro piacere, mostrando immagini di giovani africani picchiati, umiliati, sfregiati, frustati, appesi a testa in giù, torturati, sui quali è difficile resistere a lungo . In quei video è raccontato l’orrore quotidiano dei lager di quella Libia che il ministro dell’Interno Matteo Salvini chiama ostinatamente “porto sicuro” nonostante ciò che dice l’Unione europea. Papa Francesco li ha visti e, di ritorno dal viaggio in Irlanda, ha parlato con i giornalisti: “Ho visto il destino di quelli che vengono rimandati con le barche”.

    È stato proprio il Papa a chiederle, nelle ultime settimane, di vedere quelle immagini di cui aveva sentito parlare: il quotidiano di Vescovi di oggi lo conferma, Avvenire. Video grezzi e violenti sono arrivati ??”attraverso il tam dello smartphone di chi l’ha fatto vivo”: spesso dopo che la sua famiglia si è precipitata a raccogliere i soldi per un riscatto che avrebbe garantito la sua sopravvivenza. In quei video, verificati prima di essere mostrati a Francesco e dei quali vi portiamo i fermimagini, vediamo le smorfie di dolore di coloro che sono torturati, spesso invocando la morte piuttosto che la continuazione di quelle torture che possono durare ore, persino giorni. Ma anche i volti dei torturatori, il loro piacere di dispensare la sofferenza.

    “Prima di rimandarli indietro dobbiamo pensare bene”, ha detto il Papa, proprio come in Italia la polemica sulla ricezione dei migranti è sempre più una questione dolorosa della politica. E se le storie di coloro che sopravvivono a così tanta brutalità non sono più sufficienti, per parlare per loro ora ci sono immagini. Dobbiamo avere uno stomaco per guardare fino alla fine: il Papa, sempre vicino alla sofferenza, non esisteva. Ha visto le prove: e sa di cosa sta parlando.