UNIONI CIVILI – BARUFFA M5S E PD IN AULA: L’ESAME DEL DDL SLITTA ALLA PROSSIMA SETTIMANA. ORA IL PD DEVE RICOMPATTARSI DALL’INTERNO

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     Altro che discussioni od interventi pacati: il tema delle Unioni Civili oggi in Senato hanno sfiorato la rissa da strada. Ad accendere la miccia l’intervento di Nunzia Catalfo (“Ritirate tutti gli emendamenti inutili e gli “emendamenti canguro, per portare la legge qui in aula senza rimandare oltre”), capogruppo del M5S la quale, unitamente al secco di ieri al ‘canguro’, ha innescato la durissima reazione in aula da parte del Pd, e degli ex grillini. ‘Baruffa’ sedata a faticata dal presidente Grasso, ma ricominciata pochi minuti dopo quando, stavolta in difesa del ‘canguro’, ha preso la parola Manuela Repetti di Ala. Morale: seduta sospesa, e la decisione da parte dei capigruppo di rinviare il voto alla prossima settimana, mercoledì o giovedi, all’indomani della prevista approvazione del decreto ‘milleproroghe’. L’imprevisto e deciso no del M5s ha di fatto rinfocolato le questioni interne al Pd, ed è ovvio che a questo punto gran parte degli esiti del voto al ddl Cirinnà, passino attraverso i filtri del partito di Renzi. Così, mentre dalla minoranza del partito, Roberto Speranza ribadisce la la legge va appovata ‘interamente’, il nodo è rappresentato dai cosiddetti ‘cattodem’ i quali, oltre a spingere per un accordo con i centristi della maggioranza, continuano ad invocare lo stralcio delle stepchild. In altre parole, i complicati intrecci in seno al Pd necessitavano di un chiarimento interno definitivo. “Il Pd continua a pensare che sia necessario fare una buona legge sulle unioni civili – ha poi spiegato il senatore Zanda – Pensiamo che sia una traguardo sia alla nostra portata, che noi fortemente vogliamo ma dobbiamo registrare che ieri si è verificato un fatto politico nuovo”. Federico Pizzarotti, sindaco di Parma, ha apertamente contestato la posizione dei suoi ex ‘colleghi di partito’ del M5s: “Ddl Cirinnà,un’occasione persa. ’A che serve avere le mani pulite se poi si tengono in tasca’. Don Milani, frase che si adatta spesso bene”. La posizione dei grillini ha suscitato anche il dissenso delle associazioni Lgbt: “Il Movimento Cinque Stelle, in poche settimane, è passato da un sì incondizionatoalla legge Cirinnà alla libertà di coscienza sulla stepchild adoption per poi arrivare, ieri,agli applausi del centrodestra. La vostra coerenza – spiegano ancora in una nota le associazioni –  è un lusso a 5 Stelle che pagheremo solo noi. Le regole democratiche vanno rispettate e applicate per tutelare i cittadini, non contro di loro”.

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