USA – L’AMMINISTRAZIONE TRUMP SEMBRA PERSEGUIRE OGNI MISURA VARATA DA OBAMA, ORA È GUERRA ALL’USO DELLA MARIJUANA. NUMEROSE LE REAZIONI NEGATIVE

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    Sembra quasi che la priorità tra gli impegni intrapresi, per l’amministrazioneTrump sia quella di andare a ‘smontare’ ciascuna iniziativa precedentemente varata da Barak Obama. E dopo il Messico, l’immigrazione, il bagno per gli studenti transgender, ora tocca a un’altra questione: l’amministrazione, rende noto un comunicato, “applicherà con maggiore forza le leggi federali contro l’uso dellamarijuana, anche in quegli Stati che l’hanno legalizzato”. Sean Spicer, portavoce della Casa Bianca, ha dunque annunciato un’altra offensiva contro l’eredità liberal dell’era Obama, durante la quale sette stati, più il distretto di Washington, hanno legalizzato l’uso ricreativo della droga leggera. C’è “una grande differenza tra la legalizzazione della marijuana per l’uso ricreativo o per scopi medici – ha spiegato Spicer – Negli Stati Uniti sono 28 gli stati che hanno legalizzato la ‘medical cannabis’. Il presidente comprende la sofferenza che molte persone, specialmente i malati terminali, devono affrontare e il sollievo che alcune droghe, compresa la marijuana, può arrecare loro. Il dipartimento di Giustizia dovrà analizzare a fondo la situazione per quanto riguarda l’uso ricreativo”. Un’iniziativa, quest’ultima ‘made in Trump’, che ha suscitato l’immediata replica dell’attorney general dello stato di Washington, uno dei primi a legalizzare, nel 2012, la droga leggera, seguita poi da Alaska, California, Oregon, Washington, Colorado, a Washington D.C. e Nevada. Bob Ferguson, dichiarandosi “molto deluso”, ha anticipato che il suo ufficio “ricorrerà a tutti i mezzi a disposizione per assicurare che il governo federale non metta a rischio i successi del nostro stato nell’applicazione del sistema unificato che regola l’uso medico e ricreativo della marijuana”. Dello stesso parere il direttore dellaNational Cannabis Industry Association, l’associazione che tutela gli interessi della fiorente industria del settore, che prevede vendite per oltre 20 miliardi entro il 2021, con introiti che stanno arricchendo anche le casse degli stati interessati che applicano tasse pesanti sulla vendita della cannabis. “La scienza ha screditato l’idea che la marijuana apra le porte all’uso delle droghe pesanti e che la dipendenza e il tasso di mortalità associato agli oppiacei non sono assolutamente collegati alla cannabis – ha affermato Aaron Smith – l’aumento dell’uso di oppiacei in molti stati del Paese. L’ultima cosa che dovremmo fare è incoraggiare la gente, dobbiamo – ha concluso – rafforzare l’applicazione di leggi anti-droga”.

    M.