Usa, green card e polemica dreamers

    Nelle ore in cui il Presidente Donald Trump decide di dare una sterzata risoluta alla linea operativa attorno a cui la green card viene orientata per le assegnazioni, da più parti, in politica e nella società civile, si alzano le polemiche relative ai dreamers. Come è emerso in queste ore infatti il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha deciso che tra le motivazioni principali per le quali si dovrà assegnare il documento che permette la libera circolazione degli stranieri in territorio americano c’è il merito, anche più del ricongiungimento familiare. Ma in tutto questo, finiscono nell’ombra i cosiddetti dreamers.

    Usa, green card e polemica dreamers. Test di merito per ottenere la card ma polemiche in crescita

    Meriti che verteranno su test di inglese e di educazione civica e che però non sembrano orientare la linea Trump verso una risoluzione sicura, anzi. Pare che il piano non avrà molte chances di passare Congresso, dal momento che, usando un eufemismo, rischia di andare a scontrarsi contro le intenzioni e le idee di un folto numero di deputati e senatori, peraltro di ambo i partiti dominanti in Usa. E questo perchè, per appunto, il piano di Trump sulla green card sembra ignorare del tutto la faccenda dei ’dreamer’, gli immigrati arrivati da bambini negli Stati Uniti. Ad esempio i democratici ritengono la loro posizione prioritaria. La portavoce della Casa Bianca Sarah Sanders ha chiarito come quella dei dreamers è una pagina che non è stata aperta perché troppo “divisiva”. Il nuovo sistema voluto da Trump e creato insieme al genero Jared Kouchner, stabilisce che il 57% delle green card sia emesso per merito, rispetto al 12% previsto ad oggi. Allo stato attuale delle cose, i due terzi delle green card sono concesse per riunificazioni familiari. Per Trump, una volta superati i test civici e i controlli sulla fedina penale, gli aspiranti immigrati saranno analizzati tramite una conoscenza dell’inglese, l’età, le offerte di lavoro e i titoli di studio.