Usa, Trump prepara i suoi obiettivi per il summit Onu

    Arrivato domenica alla Trump Tower, il presidente americano partecipa a un incontro internazionale sulle misure contro la droga. Martedì parla davanti all’assemblea generale (poco prima del turco Erdogan, del francese Macron e dell’Iranian Rouhani). E mercoledì presiede un incontro di 15 membri del Consiglio di sicurezza ufficialmente dedicato alla non proliferazione delle armi di distruzione di massa, ma, secondo le intenzioni della Casa Bianca, volto a isolare e condannare l’Iran. “Sarà la sessione più seguita nella storia del Consiglio di sicurezza”, predice l’ambasciatore con sede a Washington alle Nazioni Unite, Nikki Haley.

    Non c’è dubbio che tutti gli sguardi saranno puntati su Trump, che perseguirà due obiettivi: primo, dimostrare di possedere le qualità del grande diplomatico per l’incontro con Kim Jong-un e stabilizzare la crisi nella penisola coreana; in secondo luogo, lanciare un altro colpo di grazia al multilateralismo. Gli Stati Uniti sono già emersi dagli Accordi di Parigi, dall’UNESCO e dalla Commissione per i diritti umani, vogliono tagliare i finanziamenti all’ONU e ora sperano di fare più proseliti nella campagna per la sovranità nazionale. È proprio quello che il Segretario generale delle Nazioni Unite, il portoghese Antonio Guterres, teme che alla vigilia dell’appuntamento di New York abbia avvertito (tra gli applausi degli europei) che l’approccio del multilateralismo deve essere difeso a tutti i costi.

    Il premier italiano Giuseppe Conte parlerà mercoledì 26 alle 14 e 30 (in italiano) nella solenne sala delle Nazioni Unite. Tra le altre delegazioni c’è molta curiosità su questo nuovo, diverso governo italiano. E – secondo fonti governative – “sarà un’eccellente opportunità per il primo ministro di presentare gli obiettivi del governo e riaffermare la convinzione, che non cambia, nel sistema multilaterale”. Conte avrà colloqui bilaterali con il presidente egiziano e il presidente iraniano. A New York saranno presenti anche il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanese, l’ambiente di Sergio Costa e il sottosegretario Di Stefano, che parteciperanno a una fitta serie di eventi su vari temi, dal mantenimento della pace alla commemorazione di Nelson Mandela, da la protezione del patrimonio culturale per la messa al bando degli strumenti di tortura, dalla riforma del consiglio di sicurezza alla migrazione.

    Al di là di questi incontri specifici, tuttavia, Iran, Corea del Nord e Libia domineranno la settimana calda della diplomazia internazionale. Qualcuno ipotizza che Trump potrebbe provare a ripetere il modello dell’anno: all’ONU, nel 2017 ha minacciato di rispondere con “fuoco e furia” alla provocazione della Corea del Nord, solo per poi scambiare le sue spalle con Kim. E se ora faceva lo stesso con Teheran ? Molti si meravigliano. Un vertice con Rouhani, dicono alla Casa Bianca, non è impossibile ma rimane improbabile.