VACCINI – ‘QUELLA DEI VACCINI È UNA QUESTIONE DI SICUREZZA NAZIONALE’, DENUNCIA IL MINISTRO DELLA SALUTE LORENZIN

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    “Vaccinare vuol dire investire sul benessere, è la misura di prevenzione più efficace e innocua. Come ministero ce ne stiamo occupando in modo molto forte ormai da anni. Abbiamo presentato il nuovo Piano nazionale vaccini, che è all’esame della Conferenza delle Regioni, e spero possa passare al più presto”, il ministro della Salute Beatrice Lorenzin è intervenuto sulla questione che da diversi giorni sta tenendo banco du gionrali e televisioni: “Quella dei vaccini è una questione di sicurezza nazionale, di salute pubblica”, ha denunciato la Lorenzin, nel corso del question time alla Camera e, soprattutto, alle numerose interrogazioni sulla copertura vaccinale nel nostro Paese. “Le risorse per garantire la copertura vaccinale su tutto il territorio nazionale si devono e si possono trovare – ha spiegato il ministro Lorenzin – Cominciamo a fare campagne di informazione e di copertura anche su nuove patologie che possono emergere o riemergere sul territorio. Sulla questione della possibilità che sia previsto il divieto di frequentare la scuola dell’obbligo ai bambini non vaccinati, ricordo che la normativa vigente prevede che, in mancanza della certificazione comprovante l’avvenuta vaccinazione, il dirigente scolastico comunichi entro 5 giorni all’Asl di competenza la situazione. Il sistema fa quindi scattare l’allerta e consente all’Asl di intervenire senza pregiudicare il diritto dei bambini. Ogni eventuale modifica del sistema, finalizzata a rendere maggiormente efficace la copertura vaccinale, non può che essere rimessa al Parlamento”. Il ministro ne ha approfittato anche per dissipare dubbi (per quanti ne avessero ancora), circa le minacce di sanzioni per i medici che scoraggiassero la vaccinazione: “L’ordinamento vigente attribuisce ai soli Ordini professionali il potere di disciplinare sui medici – ha precisato la Lorenzin – e pertanto spetta ai soli Ordini valutare se e quando una mancata prestazione sanitaria posso tradursi un comportamento deontologicamente non corretto”.

    M.