Violenza sessuale Circumvesuviana, i giudici: non fu stupro

    Nuovi risvolti relativi alla presunta violenza sessuale consumata nell’ascensore della Circumvesuviana di San Giorgio. Il tribunale del Riesame ha infatti scarcerato il terzo indagato, Raffaele Borrelli. Prima di lui erano tornati in libertà Alessandro Sbrescia e Antonio Cozzolino nei giorni scorsi. Le motivazioni della scarcerazione, secondo le pagine del Tribunale, sono da attribuire alla non veridicità delle dichiarazioni della presunta vittima. La ragazza avrebbe quindi mentito, anche a casa delle patologie di cui soffre. Per questo motivo i giudici hanno deciso la scarcerazione dei tre indagati a distanza di pochi giorni l’uno dall’altro. 

    Violenza sessuale Circumvesuviana: la ricostruzione 

    I fatti relativi alla presunta violenza sessuale consumatasi all’interno di un ascensore della Circumvesuviana di San Giorgio risalgono allo scorso 5 marzo e sono stati denunciati da una ragazza di 24 di San Giorgio. Secondo la stessa ragazza i tre ragazzi, appena maggiorenni e incensurati, l’avrebbero invitata con insistenza a fumare una sigaretta per poi abusare di lei in un luogo appartato della stazione. Le indagini scaturite dalla denuncia hanno però messo in luce la fallacia delle dichiarazioni della ragazza, derivate dai disturbi di personalità della 24 anni, che fin dall’infanzia soffre di disturbi della personalità che l’hanno spinta più volte a raccontare bugie anche in contesto famigliare. Dopo aver capito che la ricostruzione della ragazza non stava in piedi, i giudici del Riesame hanno deciso per la scarcerazione di due dei tre giovani indagati, Nella giornata di oggi è stato infine scarcerato Raffaele Borrelli. Un ulteriore sviluppo sulla vicenda che potrebbe mettere definitivamente la parola fine su un caso che aveva sconvolto la città e che aveva portato la presunta vittima della violenza sessuale a rilasciare un’intervista a Repubblica in cui usava parole forti nei confronti dei tre ragazzi da oggi liberi: “Ora ho paura. Quel giorno sono caduta in una trappola. Più ancora della violenza che ho subito, mi ha fatto male quello che è successo dopo. Quando ti accorgi che non c’è giustizia, che non hai tutela, allora il dolore diventa insopportabile”, aveva dichiarato la ragazza.