Violenza sulle donne, arriva un nuovo provvedimento in Cdm

    Sempre più frequenti i casi di femminicidi o di violenze sulle donne sia negli ambienti domestici che lavorativi. Tra i tanti provvedimenti adottati negli ultimi anni, l’ultimo in ordine in tempo è quello denominato “Codice rosso”: si tratta di un disegno di legge che prevede la riduzione dei tempi per i procedimenti giudiziari nei casi di stupro. Ad annunciarlo è stato il vicepremier Luigi Di Maio via Facebook, annunciando l’esame nel Consiglio dei ministri di oggi del provvedimento. L’idea è stata messa a punto dai ministri Bonafede e Bongiorno ed è ispirata al lavoro dell’associazione “Doppia difesa” di Michelle Hunziker e della stessa ministra Bongiorno. La denuncia arriverà direttamente al pm che in 3 giorni avrà l’obbligo di sentire la donna vittima di violenza, così come la polizia giudiziaria dovrà dare massima priorità alle indagini. “Questo provvedimento – ha detto Di Maio – deve avere anche un’altra funzione: la prevenzione. Quindi faccio un appello: denunciate! Non abbiate paura, lo stato è più forte di qualsiasi violenza che abbiate subito e adesso è al vostro fianco, con ogni mezzo a sua disposizione”. Di Maio sottolinea che i numeri sulla violenza contro le donne “fanno ribollire il sangue nelle vene. 150: è la media annuale di femminicidi compiuti in un anno mentre sono state più di 2000 le sentenze definitive per stupro e 1.827 quelle per stalking.
    Di fronte al ripetersi di episodi di violenza sulle donne, omicidi e maltrattamenti, nella giornata per l’eliminazione della violenza sulle donne il governo annuncia il varo di un provvedimento per consentire una giustizia più rapida. “D’accordo con i ministri Bonafede e Bongiorno martedì approveremo in Consiglio dei ministri il ’Codice rosso’. Offriremo una corsia preferenziale alle denunce, imporremo indagini più rapide”, annuncia il premier Giuseppe Conte. ?Le statistiche – ricorda il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede – parlano di “150 femminicidi l’anno, omicidi consumati nei contesti familiari, per mano di mariti o partner, ex o altri familiari. Le sentenze ci dicono che sul totale delle condanne per omicidi di donne, l’85% sono classificabili come femminicidio, perché avvenuti in ambito familiare o all’interno di relazioni sentimentali poco stabili. Nel 2017 sono state 2.018 le sentenze definitive per violenza sessuale, 1.827 quelle per stalking”. Spesso le donne non hanno il coraggio di parlare e quando lo fanno, trovano tempi di risposta inadeguati. Con il ddl sul codice rosso, le denunce per maltrattamenti, violenza sessuale, atti persecutori e lesioni aggravate commessi in contesti familiari o di convivenza, saranno portate direttamente al pm che dovrà sentire la donna entro tre giorni. E la polizia giudiziaria dovrà dare priorità alle indagini.?A differenza di altri provvedimenti in materia di giustizia, questo non sembra destinato a produrre frizioni tra gli alleati di governo. Il “Codice rosso per dare priorità assoluta all’esame delle denunce di donne maltrattate, minacciate o molestate è un mio impegno, andrò fino in fondo”, twitta il ministro dell’Interno, Matteo Salvini.?Qualche dubbio arriva invece dal Pd, che mette in evidenza qualche contraddizione. “Sono molto preoccupato perché vedo in questi primi passi del Governo segnali di un arretramento. Non ci sarebbe un peccato mortale più rilevante di questo”, dichiara Marco Minniti. Dario Stefàno punta il dito contro quelle “zone d’ombra” fatte di “tagli ai centri antiviolenza, abbandono dei percorsi scolastici per la parità di genere, disinteresse nell’attuazione della norma per gli orfani di femminicidio”. “Il codice rosso della violenza sulle donne c’è già, non è una novità – aggiunge Cosimo Ferri – è grave invece tornare indietro e tagliare i fondi al piano nazionale antitratta e al fondo per le pari opportunità”.