Vite frenetiche: soffriamo a causa del jet lag sociale

    Sembrerebbe essere il male del secolo: lo stress. Una vita frenetica, carica di impegni, scadenze, appuntamenti e decisamente poco tempo libero. Un ritmo giornaliero che, alla lunga, crea un vero e proprio malessere psicofisico. Un gruppo di studiosi ha parlato, in tal senso, di jet lag sociale, vale a dire uno sfasamento fra i ritmi imposti dagli impegni e il nostro naturale ritmo circadiano, che regola l’alternanza sonno-veglia ed altri processi fisiologici. Il team, guidato dalla Università di Chicago, ha misurato il jet lag sociale attraverso la valutazione delle interazioni sul social network Twitter. La ricerca mostra che lo sfasamento alla base del jet lag è legato ad abitudini sociali e culturali, in particolare alla scansione temporale dei nostri impegni sul calendario. Non è un caso, dunque, che il jet lag sociale sia maggiore in inverno piuttosto che in estate. I risultati dello studio sono pubblicati su Current Biology.  I ricercatori hanno misurato il jet lag monitorando le interazioni su Twitter, durante la giornata e durante l’arco dell’anno, all’interno di 1500 contee statunitensi (in tutto gli Stati Uniti sono divisi in poco più di 3mila contee), negli anni 2012 e 2013. In totale, nei tweet sono state taggate circa 240mila persone. In base ai dati, la distribuzione delle attività su questo social corrisponde alle abitudini legate al sonno riportate in altri sondaggi. Così questo studio dimostra che Twitter è una piattaforma valida anche per analizzare i comportamenti legati al sonno.?È stato così registrato uno spostamento in avanti dell’orario di andata a letto nel week end rispetto ai giorni feriali: questo cambiamento all’interno della settimana conferma la presenza di un jet lag, dovuto agli impegni sociali. L’entità di questo fenomeno varia sia a seconda della regione geografica – negli Stati Uniti, nella West Coast è inferiore – sia a seconda delle stagioni: è maggiore in inverno, in particolare in febbraio, e attenuata in estate, soprattutto in giugno e in luglio. Ciò significa che in estate gli orari con cui ci svegliamo ed andiamo a letto sono più o meno regolari nell’arco della settimana, mentre nelle altre stagioni, e soprattutto in inverno, tendiamo a spostare l’orologio e a cambiare maggiormente le nostre abitudini legate al sonno per la pressione degli impegni. In particolare, fanno notare gli autori, l’estate è connotata, sul calendario, dall’interruzione delle scuole in estate, un elemento che porta gli studenti (e genitori, soprattutto nel caso di figli piccoli) a seguire maggiormente i propri ritmi naturali durante questa stagione. Mentre durante l’anno si tende a svegliarsi prima nei giorni scolastici, cambiando poi gli orari durante il week end. Anche il lavoro ha un effetto simile, dato che oggi in molti casi siamo immersi in una cultura della reperibilità 24ore su 24 ore, come ricordano gli autori, per cui lavora anche in orari solitamente dedicati al riposo. Ma non è solo un problema di orologio o di stanchezza. Secondo precedenti evidenze, infatti, il jet lag sociale è stato associato ad alcuni problemi di salute. Ad esempio, qualche ricerca – come quella di Parsons e colleghi su Nature – mette in luce un aumentato rischio di alterazioni del metabolismo ed obesità. Anche lo studio di oggi conferma questo rischio, dato che il jet lag sociale di twitter è collegato ad una maggiore incidenza dell’obesità. Senza dimenticare che uno sfasamento nei ritmi del sonno può danneggiare la performance cognitiva, soprattutto quando il jet lag è molto pronunciato, come per i tipi “gufo” (il cronotipo è una caratteristica fisiologica che indica il momento della giornata in cui la persona risulta più attiva), per cui spesso durante la settimana lavorativa si accumula un debito di sonno cronico.