‘NESSUN RAPPORTO CON L’OBIEZIONE DI COSCIENZA’, IL MINISTRO LORENZIN SULLA MORTE DELLA MAMMA 32ENNE E DEI SUOI GEMELLINI AL ‘CANNIZZARO’ DI CATANIA

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    “Non posso entrare nel merito di questo caso, perché non ho gli elementi, voglio ricordare, però, che l’obiezione di coscienza attiene al profilo deontologico. Riguarda le coscienze degli operatori sanitari. Ma non ha a che fare con questi casi. L’obiezione di coscienza non può intervenire o frapporsi con la vita o la morte di una persona: il primo obiettivo deve rimanere salvare la vita di una mamma”. Così il ministro per la Salute beatrice Lorenzin, sulla morte della 32enne morta con i suoi gemelli all’ospedale Cannizzaro di Catania. Una morte per la quale la procura ha indagato 12 medici (obiettori di coscienza), e che ha motivato da parte del ministero l’invio di una task force di ispettori. Ma, tiene a sottolineare il ministro, la morte della donna “non ha nessuna correlazione con l’obiezione di coscienza, che attiene all’interruzione volontaria di gravidanza e, in quel caso, ogni regione ha strutture dedicate, dove la Regione stessa deve garantire la copertura degli operatori sanitari per tutelare l’accesso efficace, ma anche efficiente, agli utenti, così come chiede la legge”. Poi, a proposito degli ispettori inviati a Catania per accertare l’eventuale presenza di  presunti errori in sala parto, la Lorenzin ha chiarito che la task force è lì “per capire cosa è stato fatto e se le eventuali prescrizioni sono state osservate. Ho già disposto che si proceda in questo modo. La task force si muove per verificare l’operato delle regioni. Non interveniamo sulla parte penale, ma sulla parte sanitaria anche per capire se ci sono errori procedurali da correggere subito”.

    M.