‘QUESTA NON È LA MIA VITTORIA MA QUELLA DI GENERAZIONI DI DONNE’, HILLARY CLINTON È RAGGIANTE. OBAMA CHIAMA LEI E SANDERS – CHE NON SI RASSEGNA ANCORA – PER CONGRATULARSI

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    “La vittoria di questa notte non è di una persona sola, ma appartiene a generazioni di donne, e di uomini, che hanno lottato e che si sono sacrificati per rendere possibile questo momento. Grazie a voi abbiamo raggiunto una tappa storica la prima volta in cui una donna sarà il candidato di uno dei maggiori partiti. Questa notte noi tutti siamo in debito con chi è venuto prima di noi, equesta notte appartiene a tutti voi”. E’ raggiante Hillary Clinton quando,  prendendo la parola alla Duggal Greenhouse della Brooklyn Navy Yard, esulta per lavittoria delle primarie democratiche. Quindi un’appassionata regressione storica, con la mente alla New York del 1848 quando, a Seneca Falls, “un piccolo ma determinato gruppo di uomini e donne si unirono nell’idea che le donne hanno il diritto alla parità. Certo ci sono ancora soffitti da rompere per donne, uomini e per tutti noi – ha aggiunto Hillary, denunciando la ‘glass ceiling’, frase che l’impossibilità per le donne leader di emergere – ma non lasciatevi dire da nessuno che grandi cose non possono succedere in America”. Poi la Clinton tende la mano al suo avversario di partito: “Questa campagna è tesa a garantire che non vi siano soffitti, limiti per nessuno di noi e questo è il momento di tornare ad essere uniti”. Ad Hillary (ma anche a Sanders) è giunta la telefonata di complimenti del presidenteBarack Obama: “la sua storica campagna elettorale ha ispirato milioni di persone ed è la conseguenza della sua intera vita spesa lottando per le famiglie del ceto medio americano”. Dopo essersi congratulato anche con Sanders per aver “mobilitato milioni di americani”, ha spiegato il portavoce della Casa Bianca, Obama ha sottolineato il successo di “campagne che hanno entusiasmato i democratici e portato una nuova generazioni all’interno del processo politico. Un riflettore su importanti proposte politiche tese a garantire che la nostra economia e politica funzioni per tutti non solo per i ricchi e potenti”. Dal canto suo Sanders ha evitato o meglio, rimandato, i complimenti per il successo dell’avversario in quanto, conti alla mano, la Clinton ancora non i numeri (30 delegati da raggogliere negli ultimi 6 Stati), ed ha ribadito che fino all’ultimo “continueremo la nostra lotta per vincere martedì l’ultima tappa delle primarie, a Washington D.C,, e porteremo la nostra lotta per la giustizia sociale, economica e ambientale alla convention di Filadelfia”. Il candidato 74enne ha quindi spiegato di “essere abbastanza bravo in aritmetica per sapere chequesta lotta è molto difficile”, e che la cosa fondamentale delle prossime elezioni è impedire l’elezione di un candidato come Donald Trump che “incentra il suo programma sull’intolleranza, offende gli ispanici, i musulmani, le donne e gli afroamericani. Ma sappiamo anche che la nostra missione non è solo sconfiggere Trump ma anche trasformare il Paese”.

    M.